Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI
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san Giovanni in Monte, con isplendido funerale, magnificato da elegante orazione e da molti componimenti poetici.— Cammillo avea lasciate poesie volgari e latine, ed una commedia intitolata la JBri-
fida; nonché moltissimi ragionamenti filosofici, nel-
una lingua e nell'altra composti, i quali per l'argomento sono , a dir vero , importantissimi.
E tanto basti degli uomini insigni nelle scienze e nelle lettere: passiamo ai migliori nelle arti, traendone le notizie dal Malvasia, dall' Amorini or ora perduto, e da pochi altri de'noàtri; poiché un mal vezzo si è introdotto fra gli eruditi di parlar molto degli strani e poco de'loro,come frai dilettanti viaggiatori quello di conoscere l'altrui paese, e d'ignorare appieno o in molta parte la propria patria.
Dando pertanto cominciamento coi pittori, nomineremo per primo Francesco Raibolini detto il Francia, artefice nostro per avito e paterno sangue e per nascita ; non già francese come 1' ingegnoso Rio ed alcun altro sistematico sentenziatore in fatto d' arti induceva sospetto eh' egli fosse: sospetto tale che ornai ornai traeva a credenza certuni ancora dei nostri, i quali, troppo facili a spogliarsi d' amor patrio per la poetica asserzione d'un francese, Come ritennero che in Toscana l'arte cristiana di Giotto si apprendesse dai tedeschi, così reputarono ohe in Bologna l'arte medesima santissima s'imparasse dai figliuoli della Senna, i quali avessero voluto lasciar la patria per insegnare la buona pittura cattolica a quell' Italia, da cui è certo che si partivano e Leonardo e il Primaticcio a portar luce fra le tenebre Parigine, che avrebbero ingombro un deserto cielo, se di colà si fosse tolto quel sole, che apportò anima e splendore alle sponde del picciol Reno, ai discepoli di Lippo Dalmasio, di Marco Zoppo e di Giacomo Forti, pittori non ispregevoli del quattrocento; secolo gentile in cui la pittura risorgeva fra noi, mentre ancora giaceva nel sepolcro oltr' Alpe ed oltre Mare. Queste follie si vanno predicando dai forestieri, e vi ha fra' nostri chi le crede, quasi Annoi. Boi T. VII. 40
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