Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi

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      ANNALIingannava, e promettendogli in ricambio il proprio; suo per lunghe e incessanti occupazioni non avea potuto per anche condurre a fine di sua mano^ — La quale amicizia, confermata da lettere e da sonetti scambievoli, e la cognizione reciproca delle loro opere smentisce la falsa voce, esposta con dubbiezza dal Vasari, che il Francia morisse per lo stupore e pel cordoglio di vedersi di molto snperato da Raffaello col famosissimo dipinto della santa Cecilia: opera insigne, opera più perfetta che le bellissime del Raibolini; ma non cagione (a parer nostro) della morte di lui. — Gli antichi storici, ed i parziali di Raffaello , non sapendo il tempo preciso della morte di Francesco, dissero eh' egli uscì di vita quando la santa Cecilia fu recata da Roma a Bologna; il Calvi, che da due documenti certi ricava esser morto il Raibolini a'6 di Gennaio del 1S17, porta opinione che questi non vedesse l'obera del Sanzio, che forse ancora non era condotta a termine ; e noi per contrario , avendo autorità storiche e sincrone, le quali ci dicono come la cappella in ohe venne posta la tavola del Sanzio (per cura e spese di Elena dall'Olio) fosse già compiuta del i5i3; ci troviamo indotti a credere che in sul i5i5, al più tardi, fosse trasmessa a Bologna quell' insigne dipintura ; sicché il bolognese artefice celeberrimo potò vederla, e studiarla senza morirne di subito. E questo apparisce inoltre da certuna delle sue opere, le quali addimostrano uno stile ed un fare sì vago ed eccellente per ogni rispetto, che ben si vede come siano conseguènza d'aver vedute le cose insuperate dell'amico, e per avventura la santa Cecilia mirabilissima, la quale diede un'indole di miglioramento ulteriore alle cose estreme dell'orefice, plasticatore, incisore, architetto e dipintore bolognese.
      Non pochi artisti in pittura (alcuni de'quali veramente insigni) ci vennero dalìft scuola di lui: frai quali accenneremo i maggiori, ed anzi tratto Giacomo e Giulio suoi figliuoli,e Giambattista suo discendente , forse per parte del fratello di lui Domenico,
     


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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Settimo
di Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino
1844 pagine 522

   

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