Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI 3i7
\ sciagura de' nomi che spesso ripugnano alla loro significazione ! ) Amico, fu nimico del maestro e dei condiscepoli i talché per essere singolare divenne strano: e con tutto l'ingegno suo non vide nell'arte che il deforme, aprendo adito agli sfrenati manieristi, che fatti quasi modelli agli Ugo artistici dell'età nostra, gridano all'impazzata, non esser bello che il brutto, non doversi applauso che alle scempiaggini scurrili. Il Viti non ebbe nerbo per eccelse cose, e si stette alle umili, pregando la critica ventura a non recarlo in paragone. Il Cotignola scimieg-giò troppo fra la romana scuola e la bolognese del bel cinquecento, e non rifulse come astro risohia-ratore d'antiche tenebre. Il Puppini valse meno di ogn' altro, e non salì mai, nell'albero dell'arte, oltre l'inserto de'rami sul tronoo. Il Costa pertanto , che forse tenne a più scuole, e che ben non appare a cui si desse prinoipalmente ; il Costa disegnatore studiato, ma diverso dal Francia; compositore ricco, ma non simile a Benozzo Gózzoli; colorista severo, ma non eguale a Lippo Lippi ; il Costa, misto d'ognuno, triplice nei mezzi ma unico ne' fini; il Costa, ferrarese, fiorentino, felsineo, en-oiolopedico, eolettioo, mistico; il Costa è il primo Raibolinesco per sentimento universale. — Nacque in Ferrara nel i45o, e sembra che non venisse a Bologna per dimora che verso il 1488; non trovandosi di lui pittura alcuna fra di noi prima di questo tempo memorando della congiura de' Malvezzi con-tra i Bentivoglio Principi felsinei, i quali fecero a Ini dipingere in san Giacomo i quadri votivi per 1' ottenuta salvezza, e per allusione al trionfo della Fama, ed alle soiagure dell'umano lignaggio, secondo concetti petrarcheschi e degli antichi filosofi. — Dove dunque stanziò il Costa prima degli anni 38 dell'età sua? —A Firenze, risponde ognuno che abbia vista educata alla pittura; a Firenze, e fors'anche a Mantova, dov' erano que' modelli, da cui sì bene seppe derivare uno stile proprio, laudatissi-mo; a Firenze dove imparò l'arte del disegno, del Annal. Boi. T. VIJ. 42
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