Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI 361
e che quivi dimorasse fino al i53o all'incirca, nel quale anno forse lo spirito suo uscì del corpo. Le prime opere del Costa sentono alquanto lo stile asciutto fiorentinesco di Lippo e di fienozzo; le ultime si attengono in certa guisa alla morbidezza del Francia ; come sono le tavole soprammodo nella Pinacoteca bolognese più volte nominata. Ma il tono di colore nel Costa è sempre più alto che non è quello del bolognese capo-scuola; nè la grazia e la nobiltà di questo sono state giammai raggiunte dal ferrarese, onde chiudiamo le notizie; avvertendo che di recente sonosi scoperte dipinture rare nel palazzo di Schifanoia, già degli Estensi, dove sono rappresentate parecchie gesta del Duca Borso, e varie figure simboliche: le quali cose da alcuni intelligenti ed amatori del dipingere si tengono di Cosmè di Turra, mentre da altri si pretendono (almeno in gran parte) di Lorenzo Costa ancor giovine, dichiarato appartenere in que' tempi alle scuole, o di Toscana o di Mantova, vale a dire o del Lippi o del famoso Mantegna.
E qtii ragion vuole che non si tacia d' un altro insigne discepolo del Raibolini , intendiamo dire Marcantonio Raimondi, che volle chiamarsi ancor del Francia per devozione al maestro suo. Egli però non era pittore, ma orefice dapprima, indi famosissimo incisore, che di Bologna recatosi a Roma , fu sì innanzi nell' amore di Raffaello da Urbino, che questi lo volle intagliatore de'suoi pensieri va-riatissimi : e fortunato ora chi possiede molte stampe , e le meno cognite, di Marcantonio Raimondi; di quel Marcantonio che studiò il disegno dal Francia, insieme con Iacopo Boatieri, con Giovanni da Milano , con Francesco Bandinelli da Imola, con Giovanni Borghesi da Messina , con Geminiano da Modena, Bartolommeo da Forlì, Giammaria da Castel Franco, Gian Emilio da Modena, Niccoluccio Calabrese, ed altri molti o delle Marche, o di Lombardia , o di Bologna, che sino al numero di du-gentoventi fecero pienissima la scuola di Francesco
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