Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi

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      ANNALIA maestro ebbe il Francucci da Imola ; a scolaro Lodovico Carracci. Dal suo maestro imparò l'arte, non la diligenza; per cui declinò nel manierismo, per intolleranza naturale, per noia del vero , per brama di guadagno. A Città di Castello ed a Roma improvvisava grandi storie , che poco avevano più del pregio della sollecitudine. Michelangelo, pericoloso tipo e consigliere, lo propose a Giulio III., che nel suo palazzo lo contrappose a Taddeo Zuc-cari: funesta gara! entrambi focosi, entrambi piuttosto inconsiderati ! L' arte scadeva : il manierismo si anteponeva all' elezione ; onde il Fontana trovò grazia presso di quattro Pontefici, de' quali asperse di colori le stanze auguste e le cappelle. Chiamato in Francia dal Primaticcio, vi andò e cadde infermo. Ritornò in Italia, lavorò in Genova nella Galleria Doria, e con Pierino del Vaga nel palazzo della Signoria, dove pennelleggiò parecchie aule, e quella di special modo del Consiglio. Ripatriando, menò in moglie un'onesta donna, che gli procreò la famosa Lavinia, sua scolara poi e sua gloria. L'Aldrovandi ed il Bocchi furono suoi amicissimi ; per 1' ultimo de'quali dipinse la sala grande istoriata, che ancor si vede nel bizzarro palazzo già Bocchi ora Piella in Via de' Monari. Mille dipinti d' ogni guisa condusse a fine nella sua vita d' ottantacinque anni. In san Giacomo nella Cappella Poggi, la tavola ad olio; in Pinacoteca la deposizione di croce, sono forse i capolavori del ferace Fontana. La Giuditta degli Hercolani, i tre Martiri Giapponesi nel Convento dei Barnabiti sono fra le sue cose più floride ed istudia-te. I Carracci, il Calvart, il Tiarini,ed il maledico Achille Calici, furono suoi allievi, e poi emuli : i primi con merito, 1' ultimo con intrighi. Queglino apersero scuole proprie, ma sempre stimarono il Fontana ; questi che non seppe nè stimarlo nè seguirne le orme, morì d'improvviso d' astiò e di nequizia abbominanda :
      Ai temerari memorabil segno.
     
      G°°o


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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Settimo
di Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino
1844 pagine 522

   

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