Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI
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ingegnere, architetto e scultore, fa successore all'Arduino nel dirigere la fabbrica della Basilica prefata.— Giovanni Cambio, forse bolognese, venne operato in cose d'idraulica, con Andrea da Formigi-ne, per comandamento del Senato felsineo.— Amico Aspertini, quel bissano pittore che lavorava a due mani, e che faceva il viso dell'armi a tutti gli artisti del suo paese, fu pure scultore in san Petronio. — Finalmente fu scultore Domenico Aimo 0 Lamia, soprannomato il Varignana dal paese dove nacque, e che in Bologna lavorò con fama, nonché in Roma ed a Loreto, dove scolpì nel Campidoglio e nella Santa Casa.
Ed aggiunto agli altri soultori il diligentissimo Vincenzo Onofri, lavoratore di marmi, eccoci ai bolognesi scrittori di musica, traendoli la maggior parte dalla famosa opera del Padre Maestro Giambattista Martini, onore non pur di Bologna, ma di tutto il mondo musicale. Esso Martini onorandissimo ci narra come nel 1569 fosse stampato in Venezia pel Gardano il terzo libro delle Villote, o canzonette villereooe a quattro voci, composte dal professore di musica Filippo Azzaioli bolognese, in compagnia de'suoi compaesani Ghirardo da Panico, Bartolommeo Pifaro9 Ghinolfo Dattari e Paolo Casanova. Nò altro aggiunge di memorie intorno alla ?ita di cotesti, poiché al certo non ne possono ap-parire dagli soritti loro di semplice musica, i quali al più ne daranno a conoscere lo stile di loro ispirazione, e mostreranno per qual modo sapessero associare la melodia al sentimento espresso dalla parola. Il perchè non potendo noi riferire nè da che semola derivassero, nè che vicende sostenessero questi antichi musioisti nostri, passeremo ad altri cinquecentisti , de' quali pooo più che di questi primi noi potremo riferire.
Alemanno Benelli, ohe anagrammava ancora il suo nome e cognome, firmandosi Annibale Mellone, scrisse teoricamente un Dialogo intitolato il Desiderio, ovvero de' concerti di vari strumenti musioali : nelt^ooQle
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