Annali della cittą di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI
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decimoquinto e decimosesto vi lavorarono successi-vamente, l'uno a figurare di bassirilievi storici il prezioso sarcofago; l'altro ad intagliarne il coperchio, la cima, gli ornamenti superiori; il Lombardi a scolpirne d' alto-rilievo 1' altare sottoposto, gli altri a condurre di tutto tondo alcune statue d'angeli e di santi che torreggiano qua e colą per quella mole veramente stupenda. Sua Maestą, ohe per le parole insinuanti dell'onorando suo confessore, professava divozione speciale al taumaturgo Guzma-no, inginocchiossi appič della tomba di un siffatto fondatore di religiosa comunitą, ed ammirņ la ricchezza sacra di tutta la cappella marmorea , e le pitture nobilissime di Guido, dell'Albini, del Righetti, del Donducci, che ne abbelliscono le vņlte, il catino, le lunette, i pennacchi e la cupola; nonché le grandi tele di quest'ultimo dipintore; e le bellissime dello Spada e del Tiarini, che con nobile emulazione figurarono storie dell'insigne Patriarca , con magistero che valse loro molta fama , e che maggiore per veritą ne avrebbe dovuto meritare ad artisti cosģ grandi. Nč la Regina lasciņ la Chiesa de'Padri Predicatori senz'aver prima visitati i due sepolcri, del Re Enzio di Sardegna morto in Bologna prigioniero de' Felsinei, e di Taddeo Pepoli il Magnifico, che con titolo di Vicario della Santa Sede , tenne il governo della patria per ben dieci anni, e la resse con amor di padre, con senno vero di Principe, dando la vita da ultimo nell'anno tremendo della pestilenza i347« E in essa Chiesa di san Domenico (all'altare delle sante reliquie) furono aperti alla gran Donna della Svezia i cinque libri di Mosč, scritti in ebraico nelle scorze d'albero dal profeta Esdra, ne'quali la Maestą Sua ebbe a leggere alcune parole, con ammirazione de'circostanti.
Espresse poi la nordica viaggiatrice il desiderio d' osservare l'edifizio delle Scuole pubbliche o dell'antico famoso Archiginnasio, ov'erano raccolti i Professori delle varie facoltą scientifiche col Reverendissimo Arcidiacono per debitamente riceverla,
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