Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
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ANNALIdignità senza orgoglio, con gravità di regina e bontà di donna: laonde non era chi andasse sazio rimirarla, e cui non dolesse la subita partenza di lei: perciocché i Principi quando a maniera di privati oltremisura ricchissimi, e non di pubblici conquistatori, imprendono viaggi per terre e paesi popolosi , spargono dovizie in buon dato e recano ristoro di danaro a quanti si adoprano o direttamente o indirettamente per loro ; simili al Sole che spande sempre benefizio de'suoi influssi per ogni luogo ohe lo vegga, senza che mai venga meno il tesoro de'suoi raggi, e del suo fuoco dator di vita e di gioia.
Neil' occasione del passaggio di Ccistina non mancarono i cultori egregi delle Muse e delle amene lettere di dar fiato alle trombe ed accordare le ce-tere, facendo sonare d' ogn' intorno le lodi di Lei, la quale avendo cognizioni moltemoderna civiltà, veniva fatta degno argomento di prose e di versi multiformi, il cui valore, le cui verità o le cui iperboli sapeva pesare nell'equa lance del suo criterio perspicace, e dell' animo suo che conosceva quanto valga il mondo e nel vero e nel falso. Accolse ella benignamente alcune poetiche lodi, che alla circostanza vennero composte e presentate dagli Accademici Gelati, Indomiti, Confusi, Selvaggi e della Notte, frai quali si distinguevano: il Conte Carlo Bentivoglio, il Conte Vincenzo Maria Marescalchi, Gian Francesco Bonomi, Luigi e Giambattista Manzini, Gian Francesoo Negri, il Conte Berlingiero Gessi, Girolamo Desideri, Andrea Ma-rianni, Nicolò Turchi Zoppio, Ovidio Montalbani, nonché i nobilissimi Antonio e Marco Casali , Annibale e Vincenzo Mariscotti. Ai quali aggiugneremo Ippolito Nanni Fantuzzi, che scrìsse un carme latino di elegante dettato e di belle immagini splendente, esaltando la felicità della Regina Serenissima.
Gli onorevoli omaggi che dall'Eminentissimo Legato a Sua Maestà Svedese si fecero, e le spontanee dimostrazioni d'ossequio che da tutti ricevè latorno alle scienze, alle lettere
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