Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
ANNALIoltre la lingua greca e la spagnola in aggiunta all'italica ed alla latina. Studiò Matematica e Cosmo* grafia: applicò alle Leggi ed alla Filosofia Morale. Conobbesi ancora di bielle arti ; onde insieme a Giasone e Cammillo suoi fratelli, giovandosi dell' Architetto Triachini , fece costruire il palazzo della famiglia, in istrada santo Stefano , rimpetto alla Chiesa Parrocchiale di san Biagio. Tale palazzo passò dai Vizzani ai De Buoi, indi nel 1735 alla famiglia principesca de' Lambertini, poi a quella de'Ranuzzi, i quali attualmente lo possiedono. Il Siciliano Tommaso Laureti, il Sabattini, il Fontana, il Sammacchini, dipinsero le scale, la pareti, le vòlte di esso palazzo, per cura de'fondatori del medesimo, i quali inoltre l'adornarono di tavole del Francia, del Primaticcio, del Passerotti, e di altri egregi dipintori.— Morto poi al nostro Pompeo il minor fratello Cammillo, si recò esso a Roma, dove già altravolta era stato; ed ivi contrasso consuetudine d' amicizia con molti insigni personaggi, frai quali bastano ad onor suo, il Cardinale d'Araceli, il Cardinale Alciati e l'altro Cardinale Marcantonio Boba. Ritornato quindi alla patria, e datosi tutto ai gravi studii, raccolse un'insigne libreria, cui sovrappose alla Porta un'elegante iscrizione latina. Fu ai nuovo a Roma nell'assunzione al Pontificato del bolognese Ugo Boncompagni, Gregorio XIII.; poi ritornossi a Bologna, cedette a Giasone l'intero governo della famiglia, e tutto st diede agli studii, cominciando nel 1S75 a dettar le storie della sua patria : scritto sobrio, pulito, ordinato bene, compreso in dodici libri, e pubblicato in due volumi in ottavo reale. Nel i58o ebbe finito il libro decimo, che chiude il volume primo; dopo alcun tempo, persusso da diversi amici, scrisse il volume secondo, cioè gli ultimi due libri , che da Clemente VII e Carlo V arrivano sino agli estremi giorni del secolo. XVI. —Viaggiò il Vi-zani la Germania e l'Austria: fu alla corte imperiale: studiò i costumi e gli usi de'grandi : si ridusse
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