Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BolognesiPassarono e Ventura (tutti fratelli di Tiburzio) furono artisti pur essi. 11 primo andò Architettò militare con Rodolfo II. Imperatore, il secondo ed il terzo fecero pitture ad olio per altari ; ma non valsero quel tanto cbe valeva il fratello ed il padre.
Di Antonio Scalvati e di Baldassarre Croce, possiamo dire col Bagliori, ohe furono bolognesi, allievi di Bartolommeo Passerotti e studiosi del Tifoidi ; e che-, chiamati a Roma nel Pontificato di Gregorio XIII. lavoraron molto nelle Logge, nella Galleria e nella Libreria Vaticana, proseguendo le loro opere di figura e di storia anche al tempo di Sisto V, di Paolo V, e di Gregorio XV.— Nato il primo nel i55? , morì nel 1622; nato il secondo nel i553, mancò nel 1628. Questi lavorò più dell'altro, e con buona riputazione, a Roma ed a Viterbo : entrambi morirono ai servigi de' Pontefici.
Poco diremo de' pittori secondarii ; non molto dei primi, ove non siano bolognesi: perciò saremo brevi parlando di Dionisio Calvart d'Anversa, il quale venne a Bologna giovinetto, e diventovvi capo-scuola, avendo a discepolo primario l'incomparabile Guido. Nacque Dionigio circa il i54$: di vent'anni era fra noi, scolaro di Lorenzo Sabbati-ni; fu. seco a Roma ai giorni di Gregorio XIII. Ritornò a Bologna, e studiò coi Foutana, e aperse poi scuola verso il 1590. Geloso dei buoni artisti, gli sfidava a lavorare d'improvviso j perchè ridondava di fantasia, come di manierismo * operando quasi sempre a memoria, rade volte col vero in* nanzi. Sdegnavasi di non esser tenuto in gran pre^ gio; sdegnavasi coi giovani se non precipitavano i lavori, o se tentavano rapirgli alcun secreto del-* l'arte. Dei Carracci fu invidioso; e vide senza doglie la morte di Agostino e d'Annibale : morì poi esso l'anno medesimo che Lodovico, a cui .indarno tentò contendere le palme. Lasciò moltissime opere; alcune di merito, altre neglette e di poca vaglia. Vecchio o ravveduto si riconciliò con Guido Reni,
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