Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI 553
voler sostenere i propri! diritti colle armi. D'altra parte anehe gli emigrati franoesi si congregavano qua e colà in compagnie militari, e vantavansi di rovesciare quando che fosse l'Assemblea Nazionale.
Ma niun sovrano aveva intanto promesso loro -aoccorso : e soltanto oltre la metà dell' anno del quale parliamo ( a3 agosto) l'Imperatore Leopoldo e il Re di Prussia dichiararono io Pilnitz (ma con molta circospezione ) che qualora anche gli al-tri potentati d' Europa concorressero nel loro sentimento , adoprerebbero le forze a far sì che Luigi XVI potesse stabilire di suo libero volere un governo monarchico ugualmente convenevole ai diritti del sovrano ed al benessere della nazione.
Così di passo in passo diponevasi la Francia, e con lei l'Europa tutta, a quella grande orrenda crisi che fu detta rivoluzione del 1792, la quale portò la morte all'imbelle e tergiversante monarca ed alla sua famiglia , dando adito alle più snaturate pazzie e barbarie che mai fra gli uomini si commettessero, e costituendola in repubblica effimera per ripiombarla poi, per quasi mezzo secolo , sotto il giogo d'una o di altra monarchia ; finché di nuovo, a furor di sangue, è ritornata repubblica, forse per danno di sé medesima , per lottare spesso e fatalmente contra mille partiti devoti e tèneri a qualche testa coronata, e per suscitare gelosie e discordie nei grandi e ne' piccoli stati dell' Europa universa, i quali non hanno più pace, e sono tutti soomposti ed agglomerati iu un caos politico , i cui elementi eterogenei, cozzandosi senza norma fra loro, e messi tutti in combustione , nessuno adesso ( sia pur egli antiveggente e lungi veggente ) può conoscere qual nuovo mondo politico abbian per avventura a costituire.
Ciò avveniva in Francia. Intanto in Italia tutta, e perciò ancora nella nostra Bologna, si disponevano gli spiriti alle politiche novità e si parlava delle crisi, onde snlla Seuua correva intanto
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