Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
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Allora si pose sulle péste de' Piemontesi i quali comandati dal Generale Colli , ritiraronsi in buon ordine Botto la difesa delle due fortezze di Ceva e di Cuneo. Ma tale si fu 1* attività di lui, e la ritenu-tezza del nemico , che arrischiare non voleva gli ultimi avanzi della Monarchia Piemontese, che Bonaparte passò il Tànaro e giunse a Cherasco. Di là suscitò quelli d'Alba ad una sommossa, che però non comunicossi a nessun altro paese. Nè il re Vittorio Amedeo potendo più a lungo sostenersi , pensò ad una tregua (se non ad una pace), e fu quella stipulata a Cherasco il i5 Maggio dall'anno in discorso. — Per essa cedeva il Re alla Repubblica fiancese il Ducato di Savoia e la Contea di Nizza ; dava in potestà all'esercito francese , oltre a Ceva ed a Cuneo già occupate in forza della tregua , Esile , Assietta , Susa , la Brunetta , Castel Delfino ed Alessandria. Prometteva demolire a sue spese le fortezze di Susa e della Brunetta , e di considerare come distrutti i processi per politiche opinioni. Vollesi perfino questa barbara clausola ( eh'era la sostanza di tutti i trattati di quell'epoca) che il Re sofferto non avrebbe ne'pro-prii stati verun emigrato o bandito francese.
Assicuratosi pertanto Bonaparte dagli sforzi del Re di Sardegna , pensò ad abbattere I' Austria. Inganna Beaulieu , facendogli òredere di voler passare il Po a Valenza : tragittalo a Piscenza invece : batte il nemico a Fombio ed a Codogno ; dopo una battaglia delle più sanguinose, valica l'Adda a Lodi , ed entra vittorioso nella città principale della Lombardia Austriaca. Fatte riposare alquanto in Milano le stanche sue truppe , rimettesi ad inseguire Beaulieu , lo raggiunge al passaggio del Mincio , lo volge in fuga , e lo astringe a cercar salvezza nelle scoscese montagne del Tirolo. Niuna guerra videsi mai produrre in sì breve tempo così grandi risultamenti. Pronunciasi dappertutto il nome di Bonaparte , nè sa trovarsi gloria che si pareggi alla sua. L'adulazione più vile mescolavasi
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