Annali della città di Bologna di L.A.
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ANNALInello stesso tempo dal Ministro di Giustìzia e Polizia doversi temperare la libertà della stampa, nè doversi confondere la libertà colla licenza y mentre qnest' ultima pregiudica la estimazione de' privati , mette il Governo in diffidenza del Popolo, e sparge la discordia fra li Cittadini , eccitandone li odii e le vendette, opponendosi in fine alla Vera libertà, che in questo consiste di potere far ciò che non nuoce a diritti altrùi (A). Prescrizioni non troppo eseguite certamente ne' tempi in cui scriviamo , ne' quali le più turpi cose ed immorali impunemente si sono messe in aperto, e senza niun profitto del popolo, anzi a demoralizzazione del medesimo*
E ritornando il Direttorio Esecutivo sulla provvigione da assegnarsi a' Regolari, che escono da' loro Conventi, a' quali con altro decreto assegnava rispetto a' Regolari Sacerdoti annue Lire 600, ed ai Xaici 4oo. Alle Religiose professe Lire 900 e 5oo alle non professe; assegna ai Laici annue Lire 5oo ogni qualvolta abbiano oltrepassati li anni cin* quanta , ed un pari proporzionato aumento accorda agli altri Regolari, che da estrema Vecchiaia o da incurabile male fossero afflitti. Altre preseti* zioni erano in proposito stabilite, ma tutte conformi ad equità e giustizia.
Dopo di aver Bonaparte ordinate le cose della Repubblica, e dovendo partire dall' Italia per compiere altrove altre imprese, dava per così dire 1' addio al Popolo Cisalpino, con suo Proclama delU la Novembre. Diceva che al primo del Mese Frimale sarebbe stata la Costituzione Cisalpina attivata, organizzati e il Direttorio e il Corpo Legislativo, il Tribunale di Cassazione, e le altre subalterne Amministrazioni. Essere il primo esempio nella Storia che un popolo addivenga libero senza fazioni, senza rivoluzioni , senza stragi , ed essere la Repubblica Cisalpina , dopo la Francia, la più ricca e popolata. Sapessero i Popoli conservare 1' acquistata libertà con leggi sagge e moderate, e le eseguissero con
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