Storia antica di Como di Maurizio Monti
unno ii. 45
ino, e potò di fatto la città onorarsi, come parve ad Asconio, del titolo di colonia romana. Dopo cinque anniC. Scipione ne condusse un'altra, che fu di tremila persone. I Romani avevano sopra Como lo stesso disegno, già da Tacito riferito in punto alla colonia di Cremona. Questa, egli dice, fu fondata qual antemurale contro i Galli, o altra gente, clic avesse dalle Alpi fatta irruzione in Italia. Como, divenuto romano, era una difesa piò avanzata, ed in faccia ad uno sbocco dei più frequentati fra le Alpi.
Nell'anno 687 il console Calpurnio Pisone governò la Cisalpina. Nell'atto di rassegnare la carica, Giulio Cesare lo trasse in giudizio, e lo convinse di concussione nella condanna di un Traspadano, iniquamente fatto uccidere. Ambiva Cesare l'amicizia dei Traspadani, vantaggiosa a colorire i grandi concetti, che poi venne effettuando, e che già vagheggiava nella vasta mente. Non restava di patrocinarci in Roma per se, o per mezzo degli amici. L'anno 689 il censore Licinio Crasso, indettato da lui, chiese pei Traspadani la cittadinanza romana. Si oppose l'altro censore Q. Lu-tazio Catulo, e niente ci fu accordato. Racconta Svetonio, che Cesare avesse in questo medesimo anno ordito la congiura di sollevare contro di Roma la Traspadana? mentre Cneo Pisone, giovane audacissimo, avrebbe messa in armi la Spagna; e che soltanto la repentina morte di Pisone, trucidato dagli Spagnoli, gli guastasse il disegno. Alcun tempo prima avendo Cesare al di qua delle Alpi visitate le colonie latine, piene di mali umori a causa della negata cittadinanza, le aveva eccitate a insorgere contro di Roma, e l'avrebbero fatto, se i consoli, avvertiti in tempo della disposizione de-
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