Storia antica di Como di Maurizio Monti
unno il. 47
Le colonie accrescendo, col numero degli abitanti, le forze a difendersi, salvarono Corno dai Reti. Che Cesare facesse loro la guerra , non abbiamo certa notizia, ma possiamo crederlo con ragione. Egli, che primo ardi spingersi attraverso i Lusitani sulle sponde del mare atlantico, pene-tiare pel primo nella Brittania e passare il fiume Reno pel primo, dovette con migliore diritto avventarsi contro i Reti in difesa della Cisalpina, che mantenuta in sicura pace, gli somministrava, come fece, per le guerre della Gallia transalpina soccorso ili soldati e di ogni maniera d* armi. I monumenti, che restano, danno valore a questa congettura. Nell'alta Engadina , valle dei Reti, si solleva fra Selvapiana e Bivio il monte Giulio, sulla cui sommità trovansi ancora due colonne, che si dicono comunemente le colonne giuliane: segno vetustissimo essere salite colassù le legioni di Giulio Cesare. Superano di poco le colonne l'altezza di un metro: zoccolo e capitello furono preda del tempo, e fors'anche l'iscrizione che si pretende cosi dicesse: llac iter Caesaris (9). L'insigne terra di Chiavenna e i baluardi, ora sfasciati, di Porta nella valle Pregalia, poco sopra Chiavenna, montano ad età remotissima, e non meno che alla età dei Romani. È fama che a tenere in freno i Reti e gli Elvezii dalle parti del s. Bernardino e del s. Gottardo, piantasse Cesare un forte a Bellinzo-na; e sia opera di lui la bella torre triangolare, che tuttora evvi ammirata. A cinque miglia da Como nelle parti occidentali è la grossa terra di Stabio (Stabulimi); e presumesi che abbia il nome ricevuto dal soggiorno che vi tenne la cavalleria di Cesare. L'antichità di Stabio è comprovata da' suoi antichi sepolcreti, e da lapidi romane ne*
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