Storia antica di Como di Maurizio Monti
6oNOTE
niente riconosce nellaSlingua, nelle leggi, nella religione e nei costumi dei due popoli, che si riferisca ad una comune origine. Confuta anco l'opinione di coloro, che li credono Pelasghi, usciti dalla Tessaglia; e non fu piccola vittoria, che Dionigi riportò di sè stesso, perchè greco e impegnalissimo a sostenere le pretensioni dei Greci, di avere per i primi popolata l'Italia. Adolla l'opinione abbracciata da altri scrittori, che gli Etruschi sieno autoctoni o naturali d'Italia (im%tapiov rè éS-vo;); e che costumassero chiamare sè stessi non Etruschi, non Toschi o Tirreni, nomi coi quali furono posteriormente conosciuti, ma Raséna, dal nome di uno dei loro condottieri. Ecco le parole di Dionigi nel lib. I, § Si delle Antichità romane: cya; av-roùc ano tùv ifys-ftóvwv tivoc Paaevi . . . ovo/xaj;ou<7t. L'edizione di Dionigi in Oxford l'anno 1704 scrive Pac-ewa (Rasenna). Il conte Giovanelli (Op. c.) aderendo, per quanto mi pare, alle autorità di Annio da Viterbo, ammette le lezioni di altri scrittori, che ci danno Rateila per Rasena e Razenui per Raséni, e cita una Razenua , divinità propria degli Etruschi.
L'abate Quadrio nelle Dissertazioni critico-storiche su la Valtellina (Dissert. II, Milano, 17o3) vuole che i Raséna, che dice Rasèni, sieno popoli di Valtellina, lassù provenuti dal Settentrione nella generale trasmigrazione dei popoli dall'Asia in Europa. Che dalla Valtellina uscendo, piantassero le loro sedi in queir ampio territorio che dall'Adda lungo le due rive del Po si distende tino at mare. Che fabbricassero Mantova, Adria e Felsina. E che con questo fondamento di potenza, volte le armi contro gli Umbri, s'impadronissero dell'Etruria.
Altri scrittori, prima e dopo il Quadrio, assegnarono, come lui, il Settentrione per prima sede agli Etruschi in Europa, e li stimarono della famiglia dei Celti. Il Muller (degli Etruschi, ecc. Bre-slaYia., 1828) colloca i Raséna, populo, ei dice, primitivo, su gli Apennini settentrionali e su le vicine Alpi.
(3) Loeschero scrive quanto segue: Hodiernum rait apud tìelvetios et Grisonesj reut apud Soriscos indicai districtum montanum(Lett. celt. apud Wachter Gloss., voce ries). Si formò da Rait il nome di Racti, che vuol dire abitanti di montagne. Un capitano che seco strascina un popolo, diviso focalmente in dodici tribù e sotto altrettanti capi, s'impadronisce con tutta la facilità d'un tratto grandissimo di paese, e vi lascia il suo nome, é tale racconto che sente un pò di favola. Parmi la repetizione del mito, riferito nella nota precedente, del capitano Raséna, che il proprio nome impone ai primitivi Etruschi. Tito Livio, di patria tras-padano , cui erano note sì le storie etrusche che le invasioni celtiche, narra essere bensì i Reti di una medesima origine che gli Etruschi, non già una truppa fuggiasca di costoro sotto la scorta di Reto (Lib. V, § 33). Plinio, nato in Como ai piedi delle Alpi retiche e dottissimo, ricorda come semplice opinione, non
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