Storia antica di Como di Maurizio Monti
MURO 111. 7 3
collegio di fabri, composto soltanto di cento cinquanta uomini, scelti tra quelli della professione, promettendo su di loro la propria vigilanza. Ricusi) Traiano la domanda di Plinio. Queste società, gli rispondeva, turbano troppo spesso la quiete pubblica, specialmente in Bitinia. E certo clic gli uomini, adunati anche per cagioni onestissime, appena si accorgono di loro forza, si corre pericolo, che se ne valgano ad alterare gli ordini civili; e più nei reggimenti dispotici, che dove l'equità delle leggi è divenuta regola universale. A malgrado per altro i sospetti degl' imperatori, si moltiplicarono i collegi nelle provincie. Cura principale dei fabri fu l'estinzione degl'incendii e il lavoro delle materie più grossolane, come legno, sassi e ferro.
Il collegio dei nauti, o barcaroli, in Como ci viene attestato da due lapidi singolarissime, nelle quali e inciso: Collegio dei nauti comensi. Maraviglioso a dirsi, che di otto iscrizioni soltanto, appartenenti a cose marinaresche, che dei tempi romani potè raccogliere il diligente Muratori, due si riferiscano a Como. Il collegio era ordinato ad ammaestrare la gioventù nelle guerre sui fiumi e sui laghi, alla guardia del lago e per conseguente della Gallia cisalpina; e a tenere nella città i cavalli e i carri pronti al pubblico servizio. Nei tempi di Arcadio e di Onorio si contano in numero di quattro i prefetti d'armata, o ammiragli, in tutta l'Italia; uno al Miseno per tutela del Mediterraneo, uno ad Aquilea per vegliare i Germani, un terzo a Ravenna per difesa dell'Adriatico, l'ultimo a Como, perchè in queste parti, prossime alle strade delle Alpi, proteggesse la penisola dalle invasioni dei popoli del Settentrione (1). Fiorendo l'i-
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