Storia antica di Como di Maurizio Monti
udrò iii. 75
nel proprio mestiere esercitatissimo si mostrava.
Il collegio dei dendrófori, greca voce clic in italiano suona portatori d'alberi, è in più d'una delle nostre lapidi. Non si accordano gli eruditi nel definire quale sia stato precisamente l'uffizio loro. Alcuni pretendono che con questo nome sieno indicati i tagliatori d'alberi, i portatori de' tronchi tagliati, i legnaiuoli e insieme quelli che fornivano il legname per gli edifizii ed agli eserciti: altri per contrario mantengono, che non fossero già artefici, ma ministri degl' Iddìi, che nelle solenni feste di Bacco, di Silvano e di Cibelc, girando per la città portavano sulle spalle alberi svelti dalle radici a cagione di onorare quelle divinità. Un'attenta osservazione de' luoghi degli antichi scrittori, e delle lapidi, che dei dendrófori il Grutero riporta, ci persuade non solo probabile, ma certa la prima opinione; e ci fa credere insieme che esistessero sacerdoti e ministri per l'uffizio sacro, che noi dicemmo. Dal Codice teodosiano rileviamo, che Costantino ordinò che i dendrófori di qualsivoglia città fossero ascritti alle corporazioni dei centonarii e dei fabri, perchè queste corporazioni era bene che fossero molto accresciute di gente. Un Alfio Marcellino, seviro aiigustale, fu patrono del collegio nostro dei dendrófori ; e a lui morto nel fiore degli anni il padre Alfio Restituto pose affettuosa iscrizione.
Nelle lapide di Albinia Valeriana sono accennati i tesserarii e i vessillario Erano i primi, come avvisano molti, fabbricatori e distributori delle tessere tra soldati, ossia di certi segni convenuti per gli esploratori, per le sentinelle, per distinguere gli alleati dai nemici; e distributori fors'anche delle tessere frumentarie. I vcssillarii significarono
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