Storia antica di Como di Maurizio Monti
LIBRO 111. 83
« pilastri quadrati; tu! anelli; al presente ( anno i( 1616) in quelli che stanno davanti alla facci ata, appariscono disegni di antiche pitture, an- zichč pitture; e delineati certi templi e dipinti « alcuni vestiboli a chi sottilmente vi guarda. La « rozza e ignorante posteritą , spaccate le muraglie « de' fianchi, e otturati gģ' intercolonni! corrispon-» denti, rinchiuse quel portico, e le innumerevoli « tavole marmoree sulle quali erano scolpiti epitafģi certamente antichi, raschiativi o cangiatine » i caratteri, le fece servire ai nuovi e pi taf fri ». Sotto di esso tempio e un ipogeo portato da otto sottili colonne, due di marmo cipollino e sei delle cave comuni ili Musso, ed ha una grande ara. \ icino e un altro ipogeo, ma pił angusto, in cui sono incastrati nel muro quattro contigui canali di terra cotta, rettangolari e verticali, che gią comunicavano col tempio superiore, prima che fosse alterato. Usavansi a trasmettere l'aria calda, o i vapori d acqua, a riscaldare le stanze e le vasche delle terme. I Romani con proprio nome li chiamarono alveoli; e identici a questi li osservammo in altra delle case di Pompei , salvo che in codesta cittą a maggiore dimostrazione di vero vi stanno tuttavia, uniti ai canali di mattoni, 1 tubi di piombo forniti di chiavi di ottone; e che per di sotto al pavimento trasmettevano il vapore dal tepidario o dalle caldaie fin dove nel lembo inferiore del muro pigliavano principio i canali. Essendovi sgretolato il muro, come per soverchio umidore, si rende chiaro che i vapori erano d'acqua. iNon e opinione sostenibile che i canali, secondo fu pensato, di Leu no, potessero servire a rendere gli oracoli, o a ricevere le inspirazioni profetiche. I canali, o spiragli , a questo uffizio.
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