Storia antica di Como di Maurizio Monti
LIBRO III. 8:')
« ila te, questo ini fa lietissimo. Altro non mi « resta ora, clic di supplicare agl'Iddìi, clic a te « conservino per lunghissima età questo animo *< e te pure Iunghissirnamente mantengano in vite ta ; eonciossiachè son persuaso che eseguilo « quanto pur ora hai promesso, ti accingerai ad « alcun altro lavoro. » Ignoriamo dove fosse questo gran portico. Stimò alcuno che sorgesse presso il teatro, e servisse a ricovero dei cittadini, quando intempestiva pioggia li obbligasse ad uscire dal teatro, che era, secondo il costume, allo scoperto. Certo è, che gli antichi presso i teatri solevano edificare portici ; e leggiamo che Augusto il dì che consacrò il teatro, dedicò un portico contiguo. Altri per questo che sino ai tempi di Paolo Giovio nel Borgovico, e precisamente dove sta la Gallia , si vedevano fusti di colonne ed altri rottami di edifizii nel lago, quando era cheto, potrebbe sospettare vi fosse edificato il portico per delizia dei cittadini e riposo nell' estiva stagione.
Una biblioteca era in Como, e questa fu dedicata da Plinio il giovane, come raccogliesi da una sua lettera a Saturnino, e inoltre dallo stesso fu dotata, come dalla lapide scopertasi in sant'Ambrogio di Milano; ma se il medesimo l'abbia anche fondata, non si può di certo stabilire. Le parole della lettera, in cui si confessa obbligato, recitando il discorso di dedica, di favellare non tanto della propria che della munificenza de' suoi maggiori, c' inducono a credere che la biblioteca fosse, se non interamente, almeno per la massima parte donata a Como da' suoi antenati i Plinii e i Cecilii. « Chieggoti, scriveva Plinio a Satur-u nino, che tu di nuovo esamini il discorso che
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