Storia antica di Como di Maurizio Monti
LIBRO 111
« ancor esso aggrava la vecchiezza. L'uno e l'altro danno è più acerbo, che lo sterminio. Nul-u lameno la pietade dà alla fida padrona per ri-tv poso tanti ingerì di terra, quanti ne consacra « questa tomba ». È cosa evidente che questa iscrizione venne alla defunta padrona dedicata dai servo, il quale riputiamo di stirpe greca, perchè tutta l'iscrizione spira greca fragranza. È anche affettuosissima, tranne alcun giuochetto di parole; e quella sentenza filosofica insegnata già dall'oracolo: che la morie c migliore della vita, e qui ripetuta, mostra che anche le persone in abbietta fortuna sono capaci di professare sentimenti sublimi.
Gli Dei, che fra noi ebbero culto, sono, come appare dalle lapidi, Giove, Nettuno, Minerva, Diana, Marte, Mercurio, Ercole, la Terra, gli Dei acquatili, la Fortuna propizia, i Genii delle donne, le Matrone. La religione dei Romani fu quella del nostro paese, e noi avemmo certo il culto di altre divinità, sebbene non ci resti particolare ri-cordazione. Quei conquistatori del mondo, trasportati a Roma gli Dei tutti delle vinte nazioni, ad essi offersero sacrifizi], mossi da religione per placarli, o da vanità, ovvero da quella stessa generosità che indusseli finalmente a concedere a tanti popoli la romana cittadinanza. Pare che tra noi Mercurio venisse onorato di culto più universale che ogni altro nume, giudicando dalle molte lapidi a lui dedicate; e si potrebbe arguirne che i nostri alle arti lucrose e del commercio vivessero fino da quei tempi specialmente dedicati.
La popolazione di Como era piccola quando vi fu dedotta la prima colonia , e lo impariamo da Strahone, che narrando il fatto, dice: Como era mediocre borgata. Causa della piccolezza le deva-
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