Storia antica di Como di Maurizio Monti
94 STOMA ANTICA DI COMOstazioni dei Reti. Oltre che, dell'agricoltura in fuori, i mezzi dell'industria erano scarsi, e non poteva essere sostentato un popolo numeroso. Arricchita poi di colonie e fatta cittadina di Roma e stazione di un naviglio militare, aumentò di gente e d'importanza. Si raccoglie da una lettera di Plinio a Fabato, che mentre questi abbelliva la città, non mancava chi n'imitasse l'esempio.
Erano gli abitanti divisi in quattro classi. La prima si componeva dell'ordine dei decurioni; la seconda dei cittadini, o ingenui godenti della cittadinanza romana ; la terza dei libertini, o manomessi per autorità privata; l'ultima degli schiavi. Che grande fosse presso noi il numero degli schiavi è aperto per una lettera di Plinio a Fabato. Un Calestrio Tirone amicissimo a Plinio, passando da Ticino, ora Pavia, per recarsi proconsole nella Betica, in grazia di Plinio si trasferì a Como a visitare Fabato, e in tale occasione molti schiavi per privata autorità fatti liberi furono ascritti alla romana cittadinanza. « Rallegrami, così rispondeva a Plinio al prosuocera che di ciò l'aveva informato, rallegrami che a te sia piaciuto l'arrivo u del mio Tirone. Quanto poi a quello che tu mi « scrivi, essere stati in questa propizia occasione u della venuta di un proconsolo, moltissimi manomessi, io ne sento piacere sommo. Bramo che « la nostra patria per ogni via sia accresciuta, e u massime coll'aumentare il numero dei cittadini; « poiché essi sono delle città il più saldo orua-u mento. '
Gli studii ai tempi di Giulio Cesare avevano in Como dei coltivatori. Un Cecilio. che qui dava opera alla poesia, si menziona nelle canzoni di Catullo. Qui allora venne coi greci coloni quell'Avia-
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