Storia antica di Como di Maurizio Monti
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stia parlare di un lungo scritto, non di un breve carme, quale e il detto gal li ambo. Se poi sottilmente consideri quelle parole, le quali dicono, che poiché la fanciulla arnica di Gecilio ne ebbe letto il principio, vieppiù che prima si accese nell a-more di lui, devi conchiudere che Cecilio non comincio il suo poema col furore di Atì, ma col rap presenta re gli amori di quello con Cibele e le sue infedeltà. Ma questo carme, ripigliano alcuni, non , dello stile catulliano. Sappiamolo, ed è greco lo stile di questo galliambo, il che prova che Catullo, come solea fare, traslatollo dal greco, o per lo meno imitò slrettamente la maniera greca. Che se per questo, che il carme sopra A ti ò aspro e grave quanto al numero, credono altri che non appartenga a Catullo, esso non potrà ascriversi a Cecilio, che e lodato da Catullo per soavità e dolcezza. IN è quel galliambo, che non offre se non feroci immagini, doveva essere acconcio a intenerire il cuore di una fanciulla. Aggiungasi, che anche Catullo, per testimonianza del giovine Plinio nell'epistola ad Enrico, dettò talvolta dei versi (durins-culos) che avevano durezza. Di questo Cecilio non s'incontra altro cenno presso gli antichi; il che la supporre die giovane morisse, o non terminasse qualche opera memorabile. La fanciulla (puel-hi) che serviva agli amori di Cecilio, e detta scherzevolmente da Catullo più dotta della saffica musa, cioè più scaltra e più seducente, perche la buona Saffo non seppe impossessarsi dell amato Kaone, dove essa teneva prigione in Como il suo Cecilio, nè assenti vagli di partire per Verona.
Ora veniamo a colui, che potrebbe accrescere splendore ad ogni città ben che ricca di grandi ingegni, e che a tutti gli studiosi di ogni età e d'o-
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