Storia antica di Como di Maurizio Monti
IIlo STORIA ANTICA Di COAIO
conoscere i segreti naturali; tanto che dopo ebbe per soddisfarvi durate lunghe vigilie e fatiche, finalmente anche vittima ne rimase. « Tu ti mate ra vigli (scriveva il giovane Plinio a Tacito che « a ve va gli chiesto notizie del zio per inserirle « nelle sue storie) ti maravigli che tanti volumi « abbia potuto finire, e in essi tante cose con « somma esattezza descrivere un sol uomo da « tante faccende occupato. Si accrescerà il tuo « stupore quando saprai, che egli trattò talvolta « anche cause, che morì nel cinquantesimo sesto « anno, e che le sue supreme cariche e l'amicizia « dei principi gli usurpavano il tempo. » Fornito era egli di una grande perspicacia di mente, pazientissimo della fatica, da natura maravigliosamente disposto a riflettere e a meditare, tempo brevissimo al sonno concedeva. Colle feste di Vulcano, le quali celebra valisi af dell'agosto, quando già si allungano le notti, incominciava a studiare di notte assai per tempo: nel verno si alzava spesso a mezzanotte, d'ordinario ad un ora, e quando assai tardi alle due e mezzo, o circa. Innanzi giorno si recava all'imperatore Vespasiano, e discorsi con lui gli affari, attendeva al suo uffizio, e poi dava tutto il resto del tempo agli stridii. Dì state, dopo aver presi sul mezzodì alcuni cibi semplici, se aveva ozio, godeva il sole, che questo costume tenevano gli antichi per cura dei corpi, e intanto si faceva leggere alcun libro, ed annotazioni ed estratti faceva. Qiest uso di far estratti tenne sempre, e soleva dire che non ha alcun libro tanto meschino, da cui non si possa cavare qualche giovamento. Dopo entrava' in un bagno freddo, mangiava leggerissimamente, dormiva istante brevissimo, e poi quasi fosse stato
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