Storia antica di Como di Maurizio Monti
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d'ingegno, per dignità ili stile e prossimo di merito a Plinio, l'avrebbe avanzato , se avesse sempre usata la stessa accuratezza. Quando così scriveva il Brotier, era il conte di Buffon nel suo sessantesimo nono anno, e nel colmo di sua gloria.
Lo stile, di cui usa Plinio, ù duro, spezzato e aspro, talvolta oscuro e concettoso, ma nello stesso tempo e sempre robusto, preciso ed efficacissimo* Non è commendevole per purezza, ma in ciò non gli si vuole in tutto dar biasimo, perchè dovette necessariamente per la novità ed ampiezza della materia usare molte parole nuove. Che se anche in questo lo vuoi paragonare agi'italiani scrittori di cose naturali, se ne eccettui il Redi, il Magalotti e appena qualche altro, trovi che è a tutti di lunga mano superiore, e che è ben lontano dall'adope-rare uno stile orrido e incolto, come parecchi dei moderni, che però degni sono di essere registrali tra più solenni corruttori dell'italiana favella.
Un'altra accusa assai più grave si è data a Plinio. Gian Francesco Buddeo, seguendo l'autorità di altri scrittori, ha annoverato Plinio fra gli atei. Nè si può negare, scrive Tiraboschi, che più volte egli non parli in maniera che dia luogo a tale accusa. Nega, anzi deride la provvidenza , nega ancora e combatte l'immortalità dell'anima. Afferma il mondo essere sacro, eterno, immenso, che non ha avuto principio, ne avrà fine; e il inondo essere Dio. Insegna che di tutti i beni da natura largiti agli uomini , niente vi ha di migliore che una morte a tempo: ottima in questo, che ciascuno può darsela, (piando più gli pare e piace. Dai quali e da altri diversi passi, contimi iltorii ai primi, ha però saggiamente conchiuso il Bruckero, che Plinio non può dirsi ateo di-
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