Storia antica di Como di Maurizio Monti
LIBRO III. 12(Jpiirnia fu donna ambiziosa molto, come quella che mostrossi ognora estremamente sollecita di udir celebrare il marito: e quando egli recitava, secondo l'uso eli quei tempi, i suoi versi, o altri scritti che fossero, a un frequente crocchio di gente invitata ad udire, essa velata sede vagli vicino, e ascolta-vane le lodi avidamente. Gli si dimostrò in vero affezionatissima, siccome egli stesso racconta in alcuna sua lettera; ma pare che questo amore poco tempo durasse, perchè egli in altra lettera aggiunse, che ella non amava lui che vecchio era e cadente (e Plinio invecchiò assai per tempo), ma la sua gloria: il che indica che anche in lei, come in moltissime, era più forte l'ambizione che l'amore. Essa non consolò di alcun figlio il marito. Concepì, ma per avere la donna letterata trascurate quelle cautele, che debbono le fanciulle incinte, sconciossi. Nullameno ottenne Plinio da.Traiano il privilegio detto dei tre figli (trium libero-rum), per cui doveva essere a chi non aveva un certo numero di figli anteposto nella petizione delle magistrature, e godere di alcune immunità. Fin sotto Augusto la legge Papia Poppea aveva instituito quel privilegio, onde distruggere lo scandaloso celibato, che allora era già di moda, fatale alla popolazione e segno certo della depravatezza dei costumi; ma i principi dispensavano con quelli che non avevano potuto nei legittimi modi aver prole.
Nominato console, il che nel suo quarantesimo primo anno o circa avvenne, recitò a nome della repubblica, com'era di legge, il celebre panegirico a Traiano. Governò la Bitinia e il Ponto ne' suoi anni quarantesimo secondo e terzo con titolo di vicepretore, ma in effetto con autorità di con-
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