Storia antica di Como di Maurizio Monti
ill8 STORIA AMICA Di COMOche la immortale natura di un* anima , che sdegnando le angustie del tempo, si solleva aspirando alla eternità. Plinio pieno di questi alti sentimenti, scriveva per L'eternità le sue opere, e desiderava di operare qualche fatto illustre a prò della società umana, affine di meritarsi una menzione onorevole nelle storie immortali dell amico Tacito. Ne quella grand'anima attendeva solo a procacciar gloria a sè, ma voleva che fosse glorioso anche il suo secolo: faveo saeculo, ne sit sterile et effoetum.
Scrisse opere di vario argomento. Giovanissimo d'anni compose in greco la mentovata tragedia, la quale egli poi mostrò tenere in nessun conto. Pubblicò un libro di endecasillabi lascivi: di che essendo da molti ripreso, egli malamente giustifi-cossi allegando a sua scusa f altrui esempio. Godeva che questi fossero letti e cantati anche dai Greci. Dimorando nell'isola Icaria. impedito dai venti a navigare, contro l'isola e quel mare scrisse alcuni versi elegiaci. Altra volta ad imitazione di Marco Tullio, che quantunque fosse di professione oratore e solenne in quell'arte, pure fece molti versi, anch' esso tentò gli esametri, e alcuni di questi in una sua lettera pervennero sino a noi : ma per verità sono infelici quanto quelli dell' e-semplare che si era proposto. Esortato da molti volse in mente il pensiero di scrivere storie, ma non sappiamo che abbia ciò recato ad effetto.
L'arte cui singolarmente egli applicò l'ingegno, è l'oratoria. Mal contento dell' eloquenza del suo secolo indirizzò l'animo ai grandi esemplari antichi, perchè, egli diceva, è consiglio di uomo stoltissimo non proporsi da imitare i piò sommi. Fra questi emulò Demostene e Cicerone, e in ispezia-
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