Storia antica di Como di Maurizio Monti
I liG STORIA ANTICA DI COMOgittò da sè sdegnosamente questa orazione, e nel-V impeto della sua collera rifece da capo il panegirico, nel quale proposesi di persuadere Traiano a deporre l'impero, e a ristabilire la repubblica, se nutriva l'alto desiderio di diventare veramente grande. Ma questo supremo ingegno, che tanto onoro l'italiana letteratura, fu ingiusto ed eccessivo in alcune sue massime politiche. Egli non sapeva vedere nei principi che tiranni ; era portato dalla sua natura a camminare soventi a ritroso degli altri, e si andava sempre immaginando i più felici tempi di Atene e di Roma. Il Burmanno chiama Plinio capo dei cortigiani adulatori, e vergognoso esemplare ai posteri. Gessner Giovanni Mattia loda Plinio e lo ammira, ma confessa a un tempo, che in buona parte il suo stile e declamatorio. a Quanto a me, dice G. B. Scaeffer, non « posso leggere il Panegirico di lui, e non essere « mosso a compassionare quelP uomo, i cui split riti, se mai ne ebbe, la infelicità dei tempi <: aveva per modo prostrati, che cambiato poi in é< meglio lo stato delle cose, parlò di un principe u virtuoso non di altra guisa, che se fosse stato « un vilissimo e astutissimo schiavo 5 che osasse w favellare a crudele signore. Per verità gli fu « più facile trovare i fiori dello stile, che esprimere i magnanimi sensi dei generosi nipoti di ' Romolo. » L'oratore si era proposto di rappresentare col suo discorso l'immagine del buon principe, e per tal maniera i buoni riconoscessero in essa se stessi raffigurati, e i cattivi quello che dovrebbero fare apprendessero. L'intento certamente fu nobile e utile; ma Plinio colle immoderate lodi e colla iperbole falsificò il ritratto dell'ottimo Traiano e guastò il suo disegno. La vanità solita
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