Storia antica di Como di Maurizio Monti
I 36 STORIA ANTICA DI COMOu vo, tanto ampio, tanto fecondo, tanto poetico, te e nel medesimo tempo, benché abbia per soggetto fatti verissimi, che sia tanto maraviglioso?.... Presenta una difficoltà, e questa veraniente somma, ed è, che adeguare collo stile la « grandezza di questi fatti, è forte e difficilissima « impresa anche al tuo stesso ingegno, benché « sublime e benché mostri negli ardui lavori di « avere maggior lena____Or dunque, invocati self condo l'uso dei poeti gl'Iddìi, e tra gl'Iddìi « quello invocato, i cui fatti e consigli sei per te celebrare, sciogli le funi, spandi le vele, e se « mai altra volta, così ora abbandonati a tutto « l impeto del tuo ingegno. » Descrìttagli in altra lettera la morte di Silio Italico, con queste parole lo andò eccitando agli studii: « Poiché è « a noi negato, dicevagli, vivere lunga vita, la-u sciamo ai posteri aldina nostra opera, che loro « attesti noi essere stati al mondo. So che tu non u hai d'uopo di stimoli, nullameno l'affetto che u ti porto mi move ad eccitar chi già corre, il « che tu fai con me stesso ». Rappresentatigli in un altra i mirabili spassi di un pietoso e umano delfino, stato poi ucciso a tradimento, gli propone questo tema da trattare in verso , dicendogli, che era materia degna del suo amenissimo, del suo sovrano, del suo pienamente poetico ingegno. Se queste magnifiche parole di Plinio si vogliono intendere secondo la lettera, ci provano che non solo è stato poeta, ma che Caninio fu tale poeta da essere paragonato ai più eccellenti. Ma appunto anche per questo, che sono immoderate, a sé stesse quelle lodi scemano fede. E palese pel suo Panegirico a Traiano, e per le sue
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