Storia antica di Como di Maurizio Monti
LIBRO HI. I 37
Lettere, clie Plinio era solito parlare molto superlativamente. Tale era anco l'indole del secolo in cui visse, nel quale perduto il gusto del semplice e del vero, si cercavano le smodate iperboli. Veniamo ora ai fatti. Dicono i nostri, che cantò della guerra dei Daci. Nessuno a loro lo ha detto. Dalla citata lettera, che c la quarta del libro ottavo, solo si può raccogliere che Caninio si era proposto di scrivere 1111 poema, non già che lo abbia scritto; e tutti sanno, che altro e avere intenzione di fare una cosa, altro e farla. Fuori di quella lettera, non e più di quell' immaginario poema dei Daci fatta veruna menzione. Aggiungo, che ne quanto alla scelta dell'argomento, perchè troppo recente; uè quanto alla lingua, in cui voleva dettarlo, merita Caninio commendazione. Chi scrive in lingua straniera mostra o poco amore al luogo e air idioma nativo, o poco giudizio, perchè viene a inceppare l'ingegno, non potendo F uomo francamente, come è necessario, massime negli argomenti poetici, maneggiare una favella, che non gli è propria. La storia di quel delfino propostagli da descrivere in poesia , poteva per verità essere argomento di un piacevole e descrittivo poemetto; ma quelle smisurate lodi con che Plinio in proposito di ciò parla, e dell'ingegno di Caninio, e dell'attitudine di questa materia ad essere con grande affetto trattata, è una nuova prova della corruzione delle lettere in quel secolo, e del gusto di magnificare con iperboli le minime cose. Non sappiamo che avrebbe Plinio potuto dire di più, se si fosse trattato non di un teina piccolo, come questo del delfino, ma di celebrare un salvatore della patria, o un eroe che
| |
Plinio Daci Caninio Daci Caninio Plinio Caninio Plinio
|