Storia antica di Como di Maurizio Monti
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STORIA ANTICA DI COMOfosse morto valorosamente combattendo. Lo storico della letteratura latina, il Tiraboschi, che conobbe, quanto qualunque altro, le Lettere di Plinio, mostrò di quelle gran lodi fare nessuna stima , perchè nella rassegna dei poeti, anche solo a noi noti di nome, tacque di Caninio, ed essendogli occorso altra volta di nominarlo, non per la poesia, ma per un legato da lui istituito, disse: un certo Caninio. Tutta l'antichità, se ne eccettui Plinio, è muta quanto a Caninio. Non è credibile, posto che le sue opere fossero perite, che neppure il suo nome, se avesse pubblicata alcuna degna poesia, non si leggesse citato da alcuno degli antichi, o gramatici o storici. Concediamo del resto che Caninio amò le lettere, fu fornito d'ingegno, dettò anche qualche lodevole componimento, il che si può ragionevolmente dalle Lettere di Plinio inferire; ma non sarà mai permesso di registrarlo tra gli uomini celebri, quasi debba gloriarsi una città di essergli stata madre (i i).
Illustre per le nobili cariche sostenute, per la parentela col giovane Plinio e per le beneficenze a noi fatte, è Lucio Calpurnio Fabato. Egli nacque in Como, e pare sia stato coetaneo del vecchio Plinio. Imperando Nerone visse in Roma ascritto all'ordine dei cavalieri. Accusato siccome conscio di profanata religione e di nefando delitto, si sottrasse al giudizio, appellando a Nerone; il quale distratto nelle sue enormi scelleratezze, non si diede di lui più pensiero. Ebbe un figliuolo che morì in età giovanile, e la cui figlia Calpurnia prese a marito il giovane Plinio. Dal suo nome e dal nome di questo figlio, che era defunto, chiamò quel solenne portico, che sopra
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