Storia antica di Como di Maurizio Monti

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      >4iNOTE AL LIBRO TERZO
      (1) Vedasi il Panciroli: iVolitia dignilatum ulrlusque impera, etc. Veuetiis, IG02, p. 179. Vi si legge: In provincia Liguria. Praefectus classis comensis cum curis ejusdem civitatis% Comi. La voce cura, come spiega in questo luogo il chiosatore, è usata a denotare ruffizio di tenere nella città i eavalli ed i cocchi pronti ai servizio pubblico, e di vettovagliare la flotta e provvedere agli altri suoi bisogni.
      (2) Nel giorno lo novembre 1788 il decurionnto di Como presentò supplica all'autorità civile, perchè la chiesa di s. Giovanni in atrio, qual monumento romano e unico di tanta mole in Como, si lasciasse intatto al pubblico culto, e così fosse conservato. Il Capitolo del duomo con sua scritta rinnovò la preghiera, e a rinforzarla obbligossi alle spese di culto e di manutenzione. 1/ autorità civile, ed erano i Tedeschi di Giuseppe II, respinse le istanze. Venduta all'asta la chiesa, fu convertita in granai e cantine. Se col tempo in quei dintorni si avessero a demolire i casamenti per allargare le contrade della città, sarebbe ottimo consiglio comperare tutta l'area della chiesa, e riduccndola alla pristina forma, mostrare ancora ai cittadini e ai forestieri un bellissimo e prezioso monumento dei tempi di Roma.
      Quantfo s. Giovanni in atrio era uffiziato, vigeva in Como la tradizione, che il tempio fosse già sacro a Cibele, la gran madre degli Dei. E non è vano a ricordarsi, che Cecilio, il più antico poeta in Como, aveva preso a scrivere un poemetto su Cibele. Nel 1788 dicevano i vecchi di avere veduto in s. Giovanni una cassetta (theca) contenente dei frammenti di papirio egiziano; e -che iu quelli era descritto il prodigio della cessazione di un oracolo ai tempi di Diocleziano e di Massimiano Erculeo per un simulacro, quivi recalo, del santo Precursore. Che che sia di questa leggenda, è certo che una copia del papiro, fatta si disse nel 1400, si cita dal vescovo di Como Ninguarda sotto V anno 1590 negli atti della sua visita.
      (o) La tavola di marmo e la testa del sacerdote, intagliate in rame, si pubblicarono nel 1854 dati1 Aldini nei suoi Marmi comensi. La testa tornò a vedere la luce, e più somigliante all'originale, per cura del sig. consigliere Abondio Perpenli di Pianello , nel libricciuolo, che ha per titolo: Dell'effìgie di Plinio il giovane traila da un marmo antico nel museo Giovio in Como, ecc. ... Ragguaglio di A. PeupkntiMonza, per L. Corbetta, 184G. La tavola di myrmo, inlissa nel muro a settentrione del primo cortile in vescovado, si trasferì, P anno 1829, nel museo Giovio. Quivi fino al 184G vi rimase negligentata, e sofferse dei guasti. Ora sta sotto un portico., e ben riparata.


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Storia antica di Como
di Maurizio Monti
Tipografia de' Classici Italiani
1860 pagine 259

   

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