Storia antica di Como di Maurizio Monti
AL LIBRO III. l45
Benedetto Giovio nello Storie. e dice clic reggeva parie di una casa in prossimità alla stessa basilica. Le colonnelle della loggia esterna al coro della basilica sono di cipollino, ebe non si differenzia dal marino delle grandi colonne.
((») È in quella parie di Iago, clic giace a circa 84 metri dalla riva settentrionale «lei dosso di La vedo. Ne! 18 Vi vi furono estratti due pezzi di pilastro, altro di colonna, ani intero capitello, e più frammenti di minor conio. Sono creduti avanzi della Commedia di Plinio. Kssi segnano in quel luogo il vero confine del lago alla età dei Romani. Sigismondo Goldoni nel suo Lario (pag- .Vi) opinò, ina senza citare ragione che valga, che forse la Commedia si potesse trovare Ira Veterniano e il castello di Lierna. È certissimo che a Lierna di tanto in laido si disolterrano monete romane ed altre cose antiche, le quali fanno conoscere la sua importanza tino dai primi tempi storici; ed è solo a dolersi che nessuno di quei terrazzani si pigli cura di farne raccolta, a benefizio degli studiosi e a decoro del paese. Lierna si legge ricordata nel 1041» in una carta pubblicala dal conte Giulini (Tomo III, lib. xxi, 427). A buon diritto scrive il Boldoni: nobilis lolo Lario Lierna.
dementino V'annetti nella lettera sopra Plinio il giovane, e il Ti-raboschi nella Storia letteraria, hanno detto che il palazzo della Pliniana appartenne già a Plinio. Ciò non è vero; ma quel palazzo fu edificato nel xvi secolo dagli Anguissola di Piacenza. Ai tempi di Plinio non vi era che un piccolo terrazzo, ovvero una piazzetta (coenatimenta) fabbricala giù presso al lago, non su dove è la sorgente. Ecco le parole di Plinio fatte italiane: « Un « fonte nasce nella montagna, il quale scorre giù pei sassi, è ricevulo da un angusto terrazzo, che vi fu fabbricalo; ivi alcun « poco si arresta, poi cade nel lago >» (Lib. IV, leti. 30). Nel concavo seno a mezzodì del vicino Torno ha taluno sospettato, che Plinio potesse avere, e non a Lenno, la Commedia.
(7) Maravigliomi di coloro, che contro la fede di quasi tulli i codici, in luogo di conterraneus vogliono leggere congerraneus, e cambiano l'elegantissimo poeta Catullo in un buffone. Notisi, che la voce congerraneus non trovasi usata, nò da alcun latino., nò da alcun barbaro scrittore, e non è sostenuta dall'autorità de' migliori codici di Plinio. Che questa deve avere quasi la stessa si-gnilicanza, che congerrones, perchè hanno la stessa origine. Ora la voce congerrones, esprimendo vile servo, buffone, ladro, uomo inello e simili, non è possibile che in alcuno di questi significali sia stata usala da Plinio. Vedi per lulli i sopraddetti significati Plauti Truc. vers. 82; Musici, vers. 1008; vers. 800; Pers. vers. 89. Torna in acconcio avvertire qui uno sbaglio di Porcellini. Egli registrò Coingeuq, onis come voce avente altra origine da congerrones, fidandosi sopra una falsa lezione del passo citata dal Truculento. Le migliori edizioni hanno congerrones anche nel Truculento. Onesta voce scritta con due erre, 0 con una sola, fu spessoMonti. Slor. ant. di Como. 10
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