Storia antica di Como di Maurizio Monti

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      Gran base rettangolare in marmo bianco. Nel 1370 si disotterrò a san Martino di Rebbio, due miglia da Como. Nella cimasa è scolpito un vaso a fiori pendenti, cui danno di becco due uc-cellelli; e più sopra ai lati vi ha due delfini, simbolo di amore e di fato.
      Era nel 1370 podestà in Como Gio. Francesco Tinto di Verona, e lui presente si portò il marino da Rebbio sotto al portico del broletto o palazzo della città presso al duomo; più volte al giorno potè osservarlo, e impararvi l'antica genealogia della famiglia Plinio, tanto contraria alle pretensioni della sua patria. È però a confessarsi che il Tinto aveva 'pubblicato un volume della Nobiltà di Verona, e in quello toccando delle lapidi (Lib. Ili, cap. xx>) inclina piuttosto in nostro favore, che dei concittadini, il marmo sotto a quel portico rimase in balia della plebe, e due o tre lettere, che Paolo Cigalini vi lesse nel 1380, scomparvero. Finalmente i decurioni nel 28 di agosto del 1730 , cioè dopo anni 180, lo traslatarono nel portico interno del nuovo palazzo di città in contrada della Città. Nell'anno 1800 si depose nel museo Giovio.


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Storia antica di Como
di Maurizio Monti
Tipografia de' Classici Italiani
1860 pagine 259

   

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