Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
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cumenti genuini, e li racconterò con quella sincerità che potrò conseguire maggiore; ma li giudicherò da me e con quella franchezza di pensare, di cui parmi avere data prova non dubbia ne' miei scritti precedenti e in tempi in cui le lettere erano sotto la tutela del gesuita e del birro. Non parteggerò per nessuna idea, ma difenderò la causa della libertà dei genere umano, e quella della mia nazione in particolare, a beneficio della quale ado-prerò la penna con quello affetto che mi rende parato a sacrificarle la vita.
Firenze, 1850.
P. S. Alle surriferite parole, da me dettate tredici anni fa, altro non ho da aggiungere, se non che nella presente ristampa, da considerarsi sola normale, l'opera mia si mostra in quella integrità che i tempi non mi avevano consentito di mantenere nella prima edizione, la quale io formalmente ripudio. Inoltre, avrei desiderato in unlavoro a forma di conclusione narrare i fatti accaduti nell' ultimo decennio, in cui 1' èra dei Comuni, poi divenuti, più o meno apertamente, tirannidi, si chiude, e dal loro disciogliersi sorge e riappare sulla scena del mondo il gran Regno d' Italia. Ma ciò non può farsi finché i preti non verranno spazzati via da Roma e i Tedeschi dalle venete province, e il Parlamento Italiano non sederà in Campidoglio.
Gennaio, 18(33.
Paolo Emiliani-Giudici.
High-Batik ; Turibridge ; Kent.
(Inghilterra.)
-s^Sfcr-—
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