Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      36 STOIUA DEI COMUNI ITALIANI.
      Pare dunque probabile, secondoché avvisano taluni recenti profondi politici, che per questi lini Costantino abbracciasse la novella religione: poiché la sua vita privata è lorda sì che farebbe vergogna al più dissoluto pagano. Come malfattore politico è uno di quegli immani peccatori che sfidano la misericordia di Dio; meno che Dio si serva di loro come strumenti a punire le colpe di una nazione. Quando comandava che la sede imperiale fosse trasportata in Asia, firmava il decreto di esterminio per Doma e tutto lo impero occidentale. 1 romani patrizi lo seguirono in Oriente collo loro immense ricchezze e cogli innumerevoli armenti di schiavi. L'Italia rimase strema di danari, e nuda di abitanti; le arti, i commerci, l'agricoltura ed ogni ragione di vivere cittadino ne soffersero jatture mortali ; le scienze, le lettere passarono sul Bosforo a fiorire e lasciarsi corrompere dai miasmi della corte. La penisola dopo questo sacrilego traslocamento rende immagine di una nave fessa e conquassata in mezzo alle onde, disadatta a veleggiare, e legata alla nuova metropoli dello impero, la quale la rimorchia e trascina tanto che può, finché la abbandona all' impeto de' flutti che 1' assalgano e la inghiot-tano.
      Difatti non indugiò a brontolare il tuono, che annunziava giorni di inenarrabile sciagura all' Italia.
      XII. I Romani fino dal tempo in cui cominciarono ad estendere le loro conquiste in contrade lontane e specialmente nelle settentrionali, per tenere nella obbedienza della repubblica i popoli vinti, e per ostare alle aggressioni de' non vinti i quali erano genti ferocissime e indomabili, si appigliarono al divisamento di afforzare i confini delle provincio colle migliori milizie che la repubblica possedesse. Quando guerreggiavano con un popolo, dividevano in tre parti l'esercito: una procedeva allo assalto; un'altra, accampata nel paese vicino, si teneva parata a soccorrere i guerreggiami in caso di bisogno; una terza rimaneva in Roma, pronta a muoversi. In tal modo mentre non avventuravano tutta la forza militare dello stato, erano sicuri di vincere, perché ove accadesse un sinistro, il rimedio era antiveduto ed apparecchiato: ed a cotesto provvedimento militare, non meno che al senno e alla virtù


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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