Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
LIBRO PRIMO. "51
pretesto si precipitarono sull'Italia, e giunsero a dominarla quasi tutta per oltre dugento anni. Gl'Italiani, non già che potessero salutare, come afferma con espressione poetica un dotto storico tedesco,1 per angeli liberatori, le falangi longobarde che li spogliavano de' loro possessi, devastavano le loro città, e li tenevano in servitù; ma avvezzi oramai da così lunghi anni a tanti sanguinosi perturbamenti, perchè vedevano non esser possibile rialzare il vecchio impero alla vetusta grandezza, paventosi del peggio, facevano voto a Dio che i guasti della guerra rimanessero a quel termine, e non continuassero a rendere l'Italia un deserto ingombro di rovine. In più di due secoli di regno i Longobardi, intenti a mantenersi possessori del'paese conquistato, provvidero ad opporsi alle invasioni di altri barbari, ed in certo modo ridonarono la pace all' Italia. Un cronista di que' tempi racconta, come, resi essi pacifici padroni dell' Italia, cessata la violenza dei militari rigori, inevitabile forse nel primo periodo della conquista, la nazione godesse di una calma, di un ordine, di una prosperità civile che non aveva da lungo tempo goduta.3 I Longobardi, al pari di tutte le altre genti germaniche, avevano una costituzione nazionale, mantenitrice di quel nesso che av-vincolava tanti uomini gelosissimi di una piena, illimitata libertà individuale. La nazione veniva composta dalla universalità degli uomini liberi, né' quali essenzialmente risiedeva la sovranità, personificata in un capo investito del potere militare e della giurisdizione civile, aiutato da'suoi immediati assistenti, i quali erano di famiglie discendenti dagli antichissimi fondatori della nazione, specie di aristocrazia che godeva di privilegi personali riconosciuti dagli altri ordini de' liberi uomini. Erano divisi in vari cantoni o provincie, ciascuna con territorio distinto; e pare che non avessero altro vincolo comune se non quello delle credenze religiose e dell' idioma. La speciale divisione di ciascuna di queste popolazioni era in uomini liberi, che formavano il maggior corpo de'cit-
1 Enr. Leo, Storia degli Stati Italiani.
a « Erat sane hoc mirabile in regno Longobardorum : nulla erat vio-lentia, nuli® strUebantnr insidia1; nemo aliquem injuste angariabat, nomo spoliabat; non erant furia, non latrocinia ; unusquisqne quo libebat, sccurus bine timore pergebat. » Paul. Diacon. lib. Ili . cap. IG.
Storia dei Comuni italiani. — 1. 5
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