Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
liuiìo piano.
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modo diverso de'Goti, cioè non pensando a rialzare lo edificio rovesciato dello impero, ma a fondare una monarchia longobarda modificata, le innovazioni non mettevano radici spontanee, e il governo rimase sempre nella condizione di regime militare di conquista. Il tempo della dominazione longobarda fu il più buio per la cultura, fu vera barbarie delle menti.
Ma come spesso una violenta infermità, ove non ispenga l'infermo, lo ritempra a nuova vigoria, così tale stato di tenebra intellettuale tornava benefico per rinvigorire la infiacchita Italia in modo da porla in condizione di ricominciare un'era novella di vita politica. I Longobardi, parte pagani, parte cristiani eretici, si fecero finalmente tutti cattolici: entrati nell' ordine del clero, potevano aspirare alle dignità ecclesiastiche; come si venivano ammaestrando nell' agricoltura, si appassionavano al suolo italiano qual terreno patrio, e divenivano possessori. Così liberavano gì' Italiani dallo aggravio di pagare un tributo sulle terre ai vincitori; mescolandosi i matrimonii, accrescevansi le relazioni civili di entrambi; insomma mentre la fusione voluta da Teodorico non fu possibile, e nel caso di una lunghissima durata di dominio avrebbe fatto prevalere l'elemento romano sul barbaro ; sotto i Longobardi, nella condizione inselvatichita a cui erano ridotti gì' Italiani, si sarebbe creato un reggimento emerso dall'elemento barbaro e dal romano venuti in naturale armonia. A ciò non si giunse, perchè fino alla caduta del regno longobardo . i due diritti esistevano positivamente partiti 1' uno dall' altro, di guisa che ogni cittadino era costretto a dichiarare sotto quale legge gli piacesse di vivere.1 Non vi si giunse, io diceva, perocché non era anco consumato il tempo in cui le istituzioni barbare si fossero fuse in ciò che rimaneva di romana civiltà, o le romane fossero state assunte totalmente dalle barbare. Alla qual cosa, che forma, per così dire, il punto certo del movimento incivilitore, si sarebbe venuti allorché dominatori e dominati si fossero posti in equilibrio rispetto alla capacità d'incivilirsi. Se l'Italia—osserva assennatamente un sommo pubblicista italiano — sotto i Longobardi retrocedette
* Savigoy , !. cit. , c. Ili.
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