Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
CiSTORIA DEI COMUNI ITALIANI.
ma gli apparteneva come veste — è questo il vocabolo che adoperavano — della terra da cui egli traeva titolo e qualità nell' ordine de' suoi pari. Rinchiuso nel proprio palazzo fortificato, ovvero castello, con la moglie, co' figli e con alquanti suoi fedeli, viveva concentrato nella propria esistenza, passando le ore negli agi, o nei trastulli, ascoltando il racconto delle storie patrie che gli infiammavano la immaginazione, gli racconsolavano il cuore,- e vi tenevano sempre desto il sentimento delle abitudini guerresche. L'interno del suo castello per lui era l'universo; egli lo teneva approvigionato come una cittadella. In perpetua paura d'essere aggredito da un signore vicino, da un emulo, da uno più potente di lui, tiene sempre una vedetta sulle eccelse torri del suo nido: se per avventura il nemico si avvicina, il segno è dato, i suoi fedeli che stannogli intorno, corrono alle armi, respingono l'aggressione e tornano tutti ai consueti esercizj della vita. Se il popolo, vale a dire, i suoi servi, tumultuano, e stanchi dalle angherie o dai tirannici capricci di lui, lo minacciano, egli dopo aver consentito alquanto di sfogo alla furia popolare, apre improvviso le porte ferrate del castello, sbuca impetuosamente circondato da'suoi fidi, i quali menando le armi, e tagliando e ammazzando, acchetano il tumulto, e poco dopo, come se nulla fosse seguito, ritornano alle domestiche gioie del palazzo. II sentirsi egli solo padrone della vita e delle sostanze di tanti uomini, la immensa distanza che lo separava dalla gente che tribolava lavorando nelle sue terre, mentre gli faceva porre in non cale le leggi e stimare la forza come suprema ragione delle cose, dovevagli far concepire una altissima idea di se stesso, e svilippare tutti gì' istinti soverchiatori, usurpatori, tirannici dell' indole umana. Male funestissimo, che inducendo una irragionevole disuguaglianza nelle varie classi della società, stabiliva un ordine d'uomini i quali non andavano predistinti per virtù proprie, o perchè appartenenti ad una istituzione che onorasse i suoi membri a guisa del senato romano, o del clero, ma distinti perchè nati signori, mentre gli altri erano servi: in somma creava la genìa degli ottimati, ovvero la così detta aristocrazia artificiale, la quale s'incardinò tanto sostanzialmente alla moderna società euro-
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