Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
Ci STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
li, e figlio di Gisela figliuola di Ludovico il Pio, fu gridato, o diciamo meglio, si fece gridare re dagli Italiani e incoronare in Pavia. Il nuovo principe per liberarsi dalla pressura delle armi di quello di Germania che pretendeva di farsi riconoscere per solo re legittimo, gli fece atto d'omaggio. GÌ' Italiani che credevano d'essersi resi indipendenti dai principi stranieri — e veramente quella fu occasione mirabilissima d'indipendenza — sdegnaronsi di questo atto di viltà di Berengario. Guido, duca di Spoleto, suo vecchio nemico, e formidabile fra gì' italici signori, si giovò de' sinistri effetti prodotti dal contegno dell'altro; dapprima negò di riconoscerlo dichiarandolo usurpatore, poi gì' insorse contro ed aspirò per se stesso alla corona d'Italia. Pugnarono con varia ma pari fortuna. E mentre a Guido calavano poderosi soccorsi da Francia, Berengario implorò l'aiuto di Arnolfo. Il quale, vedendo che Guido, non pago del nome di re, erasi fatto dal papa incoronare in Roma imperatore; e pensando che, se mai cadesse Berengario, egli perderebbe ogni autorità in Italia, mandò Sventebaldo suo figlio; poi calò da sè, invitato ed ostinatamente sostenuto da papa Formoso, cui tornava menò pesa la mano di un imperatore lontano che quella d'uno vicino; ed alla fortuna dell'armi di Arnolfo, Guido cedè e si salvò sulle Alpi. Ritentando, poi che Arnolfo andò in Germania, di riconquistare l'alta Italia, morì lasciando erede de' suoi diritti e della sua vendetta il proprio figlio Lamberto, che due anni innanzi era stato da lui associato allo impero e fatto incoronare.
Un anno dopo la morte di Guido, Arnolfo ridiscese in Italia e ricevè la corona imperiale solennemente in Roma. Ma gl'Italiani, sempre abborrenti dalla brutalità tedesca, minacciavano tumultuare; in Pavia scoppiò una sanguinosa rissa fra i soldati imperiali e i cittadini; e il misero principe, infermo, abbandonato anche da Rerengario tanto da lui beneficato, con le reliquie del proprio esercito ripassò le Alpi. Lamberto intanto erasi nuovamente insignorito di Pavia, i suoi partigiani riacquistavano animo e voglia di operare, per le quali cose Berengario riputò prudentissimo consiglio venire a concordia col rivale, a fine di liberarsi dal pericoloso
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