Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      scontento generale, poiché, come confessava lo stesso Gregorio, 1 il numero de' fedeli, e massime de' sacerdoti corrotti , era immensamente maggiore del numero de' buoni. Non però egli ne fu scoraggiato. Ma aggiungendo al primo colpo un secondo e più forte, l'anno dopo convocò un altro più popoloso e solenne concilio, dove, confermando i decreti promulgati nello antecedente, inibì sotto pena di scomunica le investiture feudali. Rinnovò parimenti 1' anatema che 1' anno avanti aveva fulminato contro Roberto Guiscardo, o perchè costui non aveva voluto prestare a Gregorio il giuramento di fedeltà già prestato a papa Alessandro; o perchè, insospettito dalle immani pretese d'Ildebrando, teneva secrete pratiche con Enrico ad assicurare il trionfo della potestà civile sulla clericale. 11 che senza dubbio nessuno sarebbe seguito, se la concordia de' due sovrani fosse stata schietta e durevole. Ma il Tedesco considerava il Normanno come suddito quasi; e questi, non bene fermo sul trono, ovvero possedendolo per grazia del papa, volgeva in mente il disegno di conquistare l'impero d'Oriente; ed a far ciò gli poteva tornare utilissima 1' alleanza col pontefice; ma per allora tale alleanza non poteva farsi. Due sole vie vedeva aperte a raumiliare Ildebrando, lo avvilirsi o il fargli paura. Ma tornando durissimo sopra ogni cosa lo avvilimento ad un animo guerriero, Roberto cercava ogni mezzo per ispaventare il pontefice; e saputo che anche Cencio, già prefetto di Roma a nome del re, era stato scomunicato, lo istigò a vendicarsi. A Cencio era di sprone al mal fare anche Ghiberto arcivescovo di Ravenna, rivale ed implacabile nemico del papa; e mentre questi celebrava la messa nella notte del Natale dentro la chiesa di santa Maria Maggiore, il feroce Romano, accompagnato da una masnada di armati, lo aggredì, e trascinandolo giù dallo altare, lo imprigionò in fondo ad una torre. Ma il popolo appena seppe il tristo evento, corse alle armi, tumultuando espugnò la torre, e liberato il pontefice, lo ricondusse fra le acclamazioni al tempio. Cencio salvossi con la fuga, ma qualche anno dopo finì di vivere.
      1 Vedi addietro, paj , }Cé


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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