Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
LIBRO SECONDO, r,
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corona, imprese il doloroso viaggio accompagnato dalla moglie Berta e dal figlio Corrado; i duchi di S ve via, di Baviera e di Carintia gli avevano chiusi i passi per i quali si cala in Italia, quindi gli fu forza varcare le alpi con infiniti disagi verso il Piemonte, dove fu accolto da Adelaide di Susa e dal suo figlio Amedeo, ai quali concesse cinque nuovi comitati o vescovati, e fu lasciato passare. 11 papa era giunto a Vercelli quando seppe che Enrico era in Italia, e pensò di retrocedere al castello di Canossa, quivi fermandosi per conoscere lo intendimento di quello. Come ai Lombardi pervenne la nuova che il re era nel loro paese, corsero a lui festeggiandolo e profferendogli ajuti d'ogni ragione per punire e spodestare Ildebrando. Ma Enrico, invilito nell'animo, non osò accettare nò ricusare le loro profferte e si lasciò trascinare in una specie di trionfo verso Canossa. Innanzi di presentarsi al cospetto di Gregorio gl'invio nunzj, che gli "manifestassero il fine del suo pellegrinaggio, e implorò dalla contessa Matilde un abboccamento. La gran donna si rendè allo invito accompagnata da Azzo d'Este, da Ugo abbate di Cluny, da Adelaide e Amedeo di Susa e da altri principi italiani; e dopo d'aver favellato con Enrico, riportò al papa: Enrico, fidente nella giustizia del pontefice e nella propria innocenza, non temere il giudizio, ma l'anniversario della scomunica che appressavasi potendo riuscirgli fatale, chiedere umilmente l'assoluzione dall' interdetto, e la comunione della chiesa; frattanto essere parato a sottoporsi ai comandamenti del papa ed alla sentenza che gli piacesse di profferire fra lui e i suoi accusatori. Gregorio rimase duro e inflessibile, e respinse le preghiere de-gf intercessori; ma costoro non istancavansi d'implorare, in nome di Dio, mercè per il colpevole; in fine gli fece rispondere, che qualora fosse veramente pentito del già fatto — intendeva dell' aver fatto deporre Gregorio nel concilio di Vor-mazia — ponesse la corona e le insegne regali nelle mani dei papa, e dichiarasse riconoscersi indegno della dignità e del nome di re. Tali condizioni parvero assai dure a tutti; gì' intercessori lacrimando non restavano dal chiedere commiserazione per l'infelice pentito. Finalmente il papa cedette, ma fe'sembiante di cedere con ripugnanza, permettendo che Enrico
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