Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      del papa, aveva dianzi banditi dalla corte, giurò di voler trarre solenne vendetta dalla ignominia fattagli patire a Canossa. Quivi Matilde, temendo l'ira d'Enrico, fece alla santa sedia-la donazione de'propri beni nella Toscana e nella Liguria. E Gregorio mentre credeva d'avere rovesciato un trono in Germania, studiavasi di rialzarne uno in Dalmazia1 ed un altro in Polonia,5 a fine di provare ai popoli essere giunto il tempo profetizzato dalla scrittura, nel quale Cristo, in persona del suo vicario, regnerebbe su tutte le genti, col potere di distruggere e di edificare.3
      La nuova delle cose seguite in Italia, giunta in Alemagna, esasperò gli animi de'nemici di Enrico, in ispecie dopo che il papa aveva fatto dir loro non potersi recare alla dieta perchè il principe, perfido alla fede giurata, gli contendeva il passo. Inviava però un suo legato con ampia potestà perchè di consenso col congresso provvedesse, per allora alla meglio, alla salvezza dello impero, non che all'onore della chiesa; differissero intanto la elezione del nuovo re fino al tempo in cui il papa avesse il destro di passare in Germania. La dieta ragu-nossi a Forcheim: le discussioni furono lunghe e procellose; caldi favellatori dipinsero lo impero come un edificio in rovina; i legati pontificj, non potendo più infrenare la brama universale, consentirono alla elezione, dopo avere imposte, e fatte dalla dieta accettare, condizioni al re futuro; Rodolfo duca di Svevia venne unanimemente eletto, e vuoisi che repugnasse a lasciarsi incoronare pcroccchè conosceva l'indole di Enrico , che non avrebbe ceduto lo scettro se non dopo di avere inondate di sangue e devastate tutte le terre dello impero.
      Gregorio non riprovando nè approvando ciò che la dieta aveva fatto, non volle riconoscere nè RodolfoEnrico; entrambi gli mandavano ambascerie e gli scrivevano lettere, ed egli rispondeva ad entrambi dando loro il titolo di re, e man-
      ' Baron., ad ann., -1076.
      s Lambertus, ad ann., 1077.
      8 Gregorio nelle sue lettere riferivasi spesso allo seguenti parole di Geremìa : « Ecco constìtui te liodie super gentes et super regna , ut evellas, et destala!, et disperdas, et dissipes, et adifices, et plantes. »


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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