Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
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mando quindi ambasciatori per concordare innanzi che l'esercito imperiale entrasse nella città; gli profferse la corona a patto che lo imperatore rinunziasse formalmente alle investiture, mentre la Chiesa ohbligavasi di restituirgli tutti i diritti di regalia da essa acquistati fino da' tempi di Carlo Magno, di Ludovico Pio, e d' Enrico I; specificando le città, i ducati, i comitati, le zecche, le gabelle, i mercati, le avvocazie, le milizie, le corti e castella dell' impero.1 Parve incredibile simile proposta ad Enrico, imperocché la cessione delle investiture diventava a un dipresso illusoria, laddove la corona faceva acquisti ai quali le sarebbe parso impossibile d' ambire. Non esitò quindi ad accettare i patti. Entrambi giurarono l'accordo; lo giurarono parimente i principali ministri loro: e per mantenimento della vicendevole fede, l'uno dette ostaggi all' altro. Ciò fatto, nel mese di febbraio Enrico entrò nella città Leonina. Il papa che, circuito da tutti i suoi cardinali pomposamente vestiti, aspettavalo sul limitare della basilica vaticana, gli mandò incontro sino a monte Mario gli ufficiali civili e militari, le milizie con le insegne decorate di figure d'aquile, di leoni, di lupe e di dragoni, e una turba infinita di popolo, con in mano corone di fiori e palme. I Giudei, i Greci, gli ordini religiosi, e cento monache con lampade e doppieri accesi, e tutto il clero in pianete e dalmatiche, cantavano inni di laude allo imperatore. Preceduto da questo splendido corteggio, mentre i suoi ufficiali gettavano pugni di monete alla plebe, Enrico pervenne al tempio; ma non si attentò di entrare innanzi che ogni porta fosse consegnata alle sue guardie. Dopo'di che, prestò i debiti atti di riverenza e d'ossequio al papa, il quale lo abbracciò e baciò; e procedendo insieme per le navate della basilica, si assisero entrambi su i seggi per quella solennità apparecchiati. Come fu fatto silenzio, Pasquale esortò il re ad eseguire la promessa di rinunziare alle investiture. Enrico si ritrasse co'vescovi e principi suoi nella sagrestia onde deliberare intorno il da farsi. In frattanto i vescovi si messere ad agitarsi, a protestare, a vociferare, chiamando empietà ed eresia un atto che spogliava la chiesa de' beni e
' Muratori, all'anno 1111.
Storia dei Comuni italiani. — i.
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