Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
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STOmA DEI COMUNI ITALIANI. ICallisto dopo la sua consecrazione trasferitosi in Tolosa, tenne un concilio, nel quale riconfermò gli antichi e fece nuovi decreti intorno alla disciplina della chiesa. E pochi mesi dopo convocatone uno più numeroso in Reims, vi fu discussa la questione delle investiture. In mezzo a un consesso di padri, stanti in piedi con in mano de'ceri accesi, il papa, mal volentieri, secondo che attestano gli atti del concilio,1 lesse il decreto di scomunica, in capo al quale v' erano i nomi di « Carlo Enrico imperatore, nemico di Dio, e di Burdino falso pontefice con tutti i loro fautori e partigiani. » L'anatema scioglieva i sudditi di Enrico dal giuramento di fedeltà a lui prestato.
Ciò seguiva nell'ottobre del 1119.Nel marzo Callisto, valicate le Alpi, traversò la Lombardia onorato ed accolto da quante città, sdegnose del giogo tedesco, eransi costituite a liberi comuni. E componendo liti, consacrando chiese e spargendo profusamente tesori spirituali, si appressò alla metropoli del mondo cattolico. Il suo arrivo destò nel popolo romano inesprimibile entusiasmo; gli scismatici ne ebbero spavento. Burdino temendo di capitar male, senza aspettare lo ingresso del pontefice, fuggì dal Vaticano ritirandosi a Sutri, dove attese a fortificarsi sperando ne' provvedimenti dello imperatore. Lo ingresso di Callisto fu uno spettacolo, cui non s' era da gran tempo e forse mai veduto il simile in Roma. Accorse ad acclamarlo tutto il popolo; non uno della parte di Burdino osò sturbare quella universale manifestazione di gioia. Bimasto pacificamente per qualche tempo nella città a conoscere le condizioni in cui trovavasi il governo spirituale e civile della chiesa, pensò a levarsi dinanzi la molestia dell'antipapa. E recatosi a Monte Cassino, processe fino a Benevento, dove ricevuto l'omaggio da'principi normanni, ottenne soccorsi di gente armata per assaltare Burdino in Sutri. 11 quale indarno aspettava lo ajuto di Enrico troppo affaccendato a provvedere alla procella che fremeva ne' suoi stati di Germania, in ispecie dopo che Adalberto arcivescovo di Magonza, legato della sede apostolica, pubblicò la scomunica proferita in Reims, e gli fece ribellare i Sassoni. Così, stremo d'ogni
' I.ulibe, Concil., turno X.
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