Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
LIBRO SECONDO, r,
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umano soccorso e tuttavia ostinato a non abdicare, l'antipapa venne aggredito in Sutri dallo esercito pontificio capitanato dal cardinale Giovanni da Crema. E perchè la città era bene fortificata, ai primi assalti non cesse, ma seguirono molti fatti d'arme, finché i Sutrini stanchi della lunga lotta, o compri con l'oro, insorsero contro Burdino, e lo posero nelle mani del papa che ivi era corso a inanimire le sue falangi. Il misero, coperto di pelli ferine ancor sanguinanti, fu posto a rovescio sopra un cammello con la coda in mano a guisa di freno: e fu tratto in Roma dietro al trionfante pontefice, che con quella inutile crudeltà, scusata solo dalla barbarie de'tempi, rammentava i costumi pagani cotanto riprovati dalla mite religione di Cristo che scrisse in capo al suo codice la parola perdono. Nè qui si rimase; — ma se vuoisi prestar fede a ciò che dicono taluni scrittori, Burdino fu rinchiuso in una gabbia di ferro, quantunque altri affermino che venisse imprigionato in una fortezza.
XXXIII. In tal guisa la parte favorevole all' antipapa ed allo imperatore rimase per allora pressoché annientata : onde fu che Enrico aperse il superbo cuore ai consigli di pace, e senza indugio, innanzi che nascesse il conflitto col nuovo pontefice, convocò una grande dieta a Virtzburgo onde comporre definitivamente la contesa' delle investiture. E sia che le intenzioni di Enrico fossero schiette e ragionevoli, sia che il vescovo di Spira e lo abate di Fulda adoperassero gran senno nel condurre i negoziati, la funestissima discordia tra il sacerdozio e lo impero che aveva tenuto per cinquanta anni in guerra la Germania e l'Italia, ebbe fine. Callisto, ascoltate le proposte dello imperatore, gl' inviò legati apostolici Lamberto vescovo d'Ostia, Sassone cardinale di S. Stefano in Monte Celio, e Gregorio cardinale diacono di Sant'Angiolo. Assentendo Enrico alla risposta del pontefice, convocò un' altra numerosissima dieta in Vormazia, rinunziò alle investiture per mezzo del pastorale e dell'anello, simboli della potestà ecclesiastica, lasciando libera al clero ed al popolo di ogni città la elezione e consecra-zione de'loro vescovi, e ai monaci quella degli abati. Aggiunse la promessa di restituire alla chiesa tutti i beni da lui o dal padre suo ad essa usurpati. Il papa concedeva allo imperatoreStoria dei Comuni italiani. — 1. 18
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