Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
libro secondo, r,
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cipe povero e senza armi proprie diventava spregevole. La qual cosa accadde a Corrado; e gli stessi Milanesi che lo avevano creato, non gli vollero prestar mano allorquando una insurrezione scoppiata per cagione di lui, lo costrinse ad allontanarsi dalla cittą. E dopo di aver tentato invano di rimanere in sicuro dentro Parma, tenne perduta la propria causa, e disilluso e sdegnato contro gl' Italiani, ritirossi in Germania.
XXXV. Poco dopo i riferiti eventi, la morte di Onorio, seguita nel febbraio del 1130, fu cagione di gravissime perturbazioni nelle cose di Roma. 1 Pierleoni e i Frangipani non cessavano di cospirarsi vicendevolmente contro. Ciascuna delle due famiglie aveva fautori nel sacro collegio. Quelli che favoreggiavano i primi volevano inalzare alla sedia pontificia il cardinale di Santa Maria in Trastevere, che era figlio di Pietro di Leone, ed era potentissimo presso i popolani di Roma a cagione delle immense ricchezze di cui poteva disporre. Ma quei della parte avversa per frustrarne i raggiri elessero segretamente Gregorio Cardinale di Sant' Angelo, eh' era romano di nascila, e godeva fama di egregio e virtuoso sacerdote; e lo chiamarono Innocenzo II. Gli altri cardinali si credettero traditi, ed elessero pubblicamente il figlio di Piero di Leone, che assunse il nome di Anacleto II. Scissa cosi la chiesa e la curia romana, si scisse tosto la cittą. Ad Anacleto riesci d'insignorirsi della basilica vaticana; e Innocenzo non potendosi sostenere in Laterano, fu costretto a cercare rifugio nelle case de'Frangipani. Ivi venne furiosamente e pił volte aggredito; e vedendo ingrossarsi la parte d'Anacleto, fece pensiero di partirsi da Roma coi cardinali a lui fidi; e imbarcatosi per il Tevere, andņ a Pisa, quindi a Genova e poscia in Francia. 11 re di Francia erasi dichiarato in suo favore al pari di quello d'Inghilterra che aveva viaggiato fino a Chątres per com-plirlo.
L'approvazione di Lotario era dubbia: ma e la eloquenza di San Rernardo e l'accortezza dell' arcivescovo di Ravenna lo avevano fatto pronunziare per Innocenzonon ostante che avesse intendimento di riaccendere la contesa delle investiture. I re di Aragona e di Castiglia gli si dichiararono anch'essi favorevoli nel concilio di Reims, nel quale venne scomunicato
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