Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
libro secondo.
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imperatore, che con tale atto diventava a un dipresso feudatario della Chiesa, e dopo lui ne doveva essere investito Enrico di Baviera, il quale in tal guisa rendevasi più potente e fedele alla sede pontificia.
Dopo che Lotario dai calori estivi fu cacciato in Lombardia, Innocenzo che era sempre più molestato da Anacleto, e si vedeva ognora in pericolo di cadérgli nelle mani, riparò a Pisa, rimettendo la sua causa nelle mani di Dio, più che in quelle degli uomini che lo avevano deluso, quantunque seguitasse a mestare nelle umane faccende incoraggiando i ribelli di Puglia a scuotere il giogo del barbaro Ruggiero, e fulminando scomuniche contro coloro che erano minimamente sospettati di aderire allo scisma.
XXXVI. Enrico duca di Baviera e di Sassonia, combattendo sempre contro Federigo Hohenstaulfen, gli aveva tolta la città di Ulma, e lo aveva astretto a desiderare la pace. Umiliossi lo Svevo allo imperatore, il quale gli perdonò a patto che si facesse assolvere dalle censure ecclesiastiche e lo seguisse nella sua prossima discesa in Italia. Gli si umiliò parimente Corrado dopo d'essersi fatto sciogliere dalla scomunica dall' arcivescovo di Magdeburgo, ed ottenne anche il perdono. Lotario adunque regnava tranquillo ne'suoi stati di Germania; e quindi, convocati nel Natale del H33 i principi germanici nella città di Spira, ragionò con essi intorno allo andare in Italia, dove lo chiamavano le incessanti preghiere del pontefice, le diuturne perturbazioni de'comuni che apertamente gli negavano obbedienza, e i progressi di Buggiero di Sicilia; il quale prosperava nelle sue imprese tanto da minacciare l'Italia tutta non che lo impero greco, di guisa che Giovanni Comneno alla dieta di Bamberga, tenuta nel marzo dello stesso anno, aveva mandati ambasciatori con ricchi presenti, per confermare l'alleanza con Lotario e spronarlo a combattere i Normanni.
Tenuta un' altra dieta in Virtzburgo nell'agosto del 1136, si mosse con un poderoso esercito alla volta d'Italia. Lo seguivano Enrico duca di Baviera, Corrado IIohenstauffen,egli arcivescovi di Treveri, Colonia e Magdeburgo. Forzato il passo prima a Trento, poi all'Adige, giunse a Verona e vi fu ac-
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