Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
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storia dei comuni italiani.
colto con grandi onorificenze. Milano e le città ad essa amiche gli s'erano riconciliate. San Bernardo che aveva preso a sostenere i diritti di Innocenzo, lo aveva seguito in Italia. Era uomo tenuto santo, dotto ed eloquentissimo. Il papa lo aveva inviato in Lombardia con un corteo di vescovi a pacificare i partiti. I Milanesi, appena giunse la nuova della venuta del grande uomo, si mossero unanimi e pieni d'entusiasmo correndogli incontro. Tutti bramavano vederlo, toccargli le vesti, baciargli le mani; tanta era la venerazione che ispirava la fama della santità sua. Il popolo nell'eccesso dello entusiasmo lo gridò arcivescovo; ma egli ricusò per sè la dignità offertagli, fece cacciare il prelato scomunicato, quel desso che aveva incoronato Corrado ed abbracciata la causa d'Anacleto, e fe'riconoscere Lotario dai Milanesi. Costoro appena lo imperatore fu giunto in Lombardia, corsero numerosissimi — vuoisi fossero quarantamila — a profferirsi vogliosi di seguirlo nella guerra. Lotario accettò la loro devozione e si profferse anch'egli a vendicarli de' Pavesi da' quali dianzi avevano toccato una grave sconfitta. Pavia e Milano per libidine di primazia fra le. città lombarde erano da lunghi anni nemiche. L'una aveva sempre parteggiato per gl'imperatori, l'altra era stata loro avversa, e nella lotta tra il sacerdozio e lo impero aveva aderito ai papi. Ma poiché Milano era diventata bene accetta a Lotario, Pavia gli era diventata ostile, nel modo medesimo che i Frangipani sostenitori degli antipapi, avversavano Anacleto e sostenevano Innocenzo per odio de' Pierleoni. Così que' comuni e quegli uomini, incitati dal demonio dell' odio e della gelosia, sempre mutavano vessillo, seguendo quello che non seguiva il rivale. I Milanesi, assaltata e presa Pavia, l'avrebbero onninamente distrutta se Lotario non si fosse vigorosamente opposto a così inumano eccidio. Egli intanto, via facendo, andava domando le città ribelli col ferro e col fuoco; e fra le più notevoli furono Cremona, Vercelli, Torino, Piacenza, Ravenna, Fano, Sinigaglia, Ancona,— se pure dobbiamo prestar fede agli scrittori tedeschi, i racconti de'quali intorno alle cose d'Italia sanno di millanteria — mentre il suo genero duca di Baviera rompeva in Toscana il conte Guido ribelle ad Jngelberto marchese imperiale, e sottometteva Firer-
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