Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      cotanto abbonita da'papi, e l'altro appartenesse a quella de' Guelfi sempre ai papi amorevolissima e fida.
      Enrico sì per l'aperta lesione delle leggi imperiali, e sì per la propria ambizione tradita, ne fremè di sdegno, ma non osò subitamente manifestarlo ; avvegnaché conoscesse la più parte de' principi e de' prelati dello impero essergli ostili. Tuttavia non volle intervenire alla solennità dell'incoronazione; ma citato poscia a Ratisbona per la festa di San Pietro, andovvi e pose nelle mani del nuovo re le insegne imperiali eh' egli aveva in potere. Nonostante, Corrado non tardò a fargli provaro tutto il peso dell' odio suo, allorché col pretesto di vedersi negata obbedienza, lo pose al bando dello impero, Io spogliò de'ducati, e detto la Sassonia ad Adalberto di Brandeburgo, e la Baviera a Leopoldo d'Austria. Scoppiò quindi la guerra tra la famiglia de' ducili Bavari e quella degli Hohenstauffen in Baviera e in Sassonia. Nel tempo di questa lunga guerra che durò fino alla seconda crociala nell'anno 11ÌG, il grido de'Bavari era Welf, e quello dei fedeli al re Weiblingen; e perchè i primi avevano, come sopra fu detto, sempre favoreggiati i pontefici, e gli altri li avevano avversati, così, cessata quella guerra, i due vocaboli rimasero ad indicare i papalini o gì' imperiali, e passarono in Italia dando nome alle due celebri fazioni de' Guelfi e de' Ghibellini. Nel 1147 Corrado, che affaccendato nell'ostinata guerra di Germania, non era potuto venire in Italia a cingersi la corona imperiale, importunato dalla eloquenza di San Bernardo, prese la croce, e partì per Terra Santa col nipote Federigo Barbarossa, e con Ottone di Frisinga suo parente, e storico di questi e de' susseguenti tempi. Dopo due anni tornò dalla mal fortunata impresa, e di circa settantamila combattenti non ricondusse ai patrj lari se non poche migliaia. Poco dopo, Guelfo padre di Enrico il Superbo, il quale era morto non senza sospetto di veleno, riaccese la guerra ¦— poiché per tutto il tempo della crociata eravi stata tregua — ma, sconfitto a Flachberg, ottenne la pace.
      Corrado, ricondotta la tranquillità nelle cose germaniche, apparecchiavasi a scendere in Italia, per farvi riconoscere l'autorità sua, che era quasi nulla fra il crescente e portentoso


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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